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VISTA IN TRASFERTA, Appunti di un anno viola

di Redazione FV

La prima gara del 2016, l'ultima del girone d'andata dopo la sosta per le vacanze natalizie, si gioca a Palermo, una delle trasferte più complicate per questioni logistiche, ma anche la più incredibile ed entusiasmante della stagione per come viene vissuta dalla tifoseria. Oltre i voli da Pisa , Roma e Milano, parte dal capoluogo toscano un pullman con 45 audaci che decidono di percorrere tutta la penisola e una parte della Sicilia, circa 2400 Km, andata e ritorno solo per assistere ai novanta minuti della gara. Due giorni di viaggio, qualche imprevisto dovuto a pioggia e nebbia, a deviazioni per tratti di strada interrotte, con attimi di apprensione, che svaniscono alle prime luci dell'alba con l'arrivo a Villa S. Giovanni dove in traghetto in meno di mezz'ora arrivano in terra sicula a Messina. Ancora tre ore per raggiungere il Parco della Favorita dove è situato il "Renzo Barbera", e finalmente gli irriducibili possono posizionarsi nella parte superiore del settore ospiti, per dare voce e sostegno, insieme agli altri supporter, (in totale circa 250) ai ragazzi in campo. La gara parte in discesa con il vantaggio dell'ex di turno Ilicic incontenibile, che nella prima frazione di tempo firma la sua doppietta personale, festeggiato dai compagni ma senza esultare per i suoi trascorsi in rosanero. All'uscita dal campo tutto il "Barbera" gli tributa una standing ovation. Poi come spesso avviene ancora un ex, Gilardino, riapre la gara, i viola sono meno brillanti che nel primo tempo e sugli spalti si soffre e si teme una rimonta degli avversari. Nei quattro minuti di recupero interminabili, la terza rete dei gigliati ad opera di Blaszczykwski in contropiede lanciato da Borja Valero. I tifosi festeggiano il momentaneo primato in classifica, e una squadra che li rende orgogliosi per risultati inaspettati e per aver sfatato il tabù della prima dell'anno che era diventata una maledizione. Una vittoria che mette da parte la stanchezza di ripercorrere altre 12 ore di viaggio, e porta alla convinzione di un girone di ritorno straordinario. L'euforia per quello che poteva essere e purtroppo non è stato, resta nel capoluogo siculo, già nella successiva trasferta contro il Milan, i tifosi dovranno tornane con i piedi per terra e mettere da parte i sogni vissuti e cullati nella giornata di festa dell'Epifania ...Una giornata che resterà memorabile per coloro che l'hanno vissuta...

La speranza di vedere un girone di ritorno da protagonisti lascia il posto alla triste realtà di una squadra irriconoscibile per gioco e carattere subito in casa contro la Lazio, che si conferma a S.Siro. I soliti errori difensivi, infiniti passaggi, imprecisione dell'attacco viola, giocatori non all'altezza, e il vantaggio dei rossoneri con Bacca, copione già visto. A fine gara si riporta agli onori di cronaca anche Boateng appena entrato con il raddoppio, su errore del portiere viola.  I settecento al seguito della squadra, affrontano i soliti problemi e difficoltà, l'orario in notturna, il freddo glaciale, la rampa interminabile del terzo anello, ma il sostegno è totale e costante. La squadra rimaneggiata per alcune defezioni dei titolari (Badelj e Gonzalo), e Alonso per infortunio in campo, non possono attutire e giustificare una prestazione che lascia delusione e perplessità ma anche preoccupazioni che sembrano ridimensionare gli obiettivi. I rinforzi per alcuni reparti carenti e che potrebbero dare delle alternative ai titolari tardano ad arrivare, nessuna contestazione dei tifosi anche se aumentano disappunto e mugugni...

La terza gara fuori dalle mura si gioca al "Ferraris" di Genova contro il Genoa, il primo vero esodo del popolo viola con la presenza di 1168 tifosi al seguito, molti anche negli altri settori. Il mercato di riparazione e l'ultima operazione mancata del terzino riporta polemiche e discussioni ma la presenza massiccia sugli spalti dimostra l'attaccamento totale verso i colori viola, sempre e comunque. La gara è brutta, spesso interrotta da falli, le azioni manovrate della squadra gigliata, gli errori degli attaccanti, giocatori sottotono, il pressing degli avversari. La gara termina a reti inviolate con l'amaro in bocca dei tifosi, che non possono che evidenziare l'involuzione di una squadra in affanno che in un mese ha evidenziato tutti i suoi limiti.

Ancora una trasferta agevole per distanza logistica, il derby dell'Appennino contro il Bologna, si torna al Dall'Ara dopo due anni. La mobilitazione è totale, circa duemila i presenti. Come ormai avviene da tempo continue azioni manovrate, notevoli difficoltà a portarsi verso la porta avversaria , il solo Babcar in attacco non incide e non è mai determinante. Anche le scelte dell'allenatore lasciano dubbi e perplessità, e l'arbitro di turno completa lo scempio di una gara segnata con il secondo giallo a Mati Fernandez (il primo inesistente), che lascia la squadra in dieci. Poi il vantaggio insperato dei viola con Bernardeschi su cross perfetto di Tello. Il settore ospiti che diventa una bolgia, la gioia incontenibile, che dura pochi minuti quando Giaccherini trova il pari per i padroni di casa. Il sogno cullato per mesi di qualcosa di impensabile solo a pronunciare, viene accantonato, resta da difendere un terzo posto, si archivia un complicato inizio anno e inizia un ciclo di ferro...

Dopo la parentesi dell'andata di Europa League, i gigliati sono di scena allo stadio Atleti Azzurri d'Italia di Bergamo contro l'Atalanta. Il mister adotta un vero turn over in previsione della gara di ritorno a Londra. I tifosi sono circa 300, la maggior parte opta per la gara successiva in Europa. La gara senza emozioni con i due portieri poco impegnati. Tutto succede nella metà del secondo tempo, prima il vantaggio con Mati Fernandez, il raddoppio di Tello. Gli orobici accorciano le distanze e riaprono la gara, ancora sofferenza sugli spalti e momenti di confusione per la difesa viola. Nei minuti finali goal di Kalinic, ma nel recupero il cileno Pinilla porta a due i goal dei bergamaschi. Buona la volontà della squadra di ottenere i tre punti, ma fondamentali l'ingresso di Borja Valero e Kalinic che cambiano il ritmo della gara. Torna il sereno nell'ambiente e si consolida il terzo posto, con l'ottimismo di poter ribaltare il risultato e fare un'altra impresa...

Purtroppo l'impresa non avviene, al contrario per la Fiorentina e di suoi tifosi inizia un triste periodo, si precipita in un baratro senza fine. All'Olimpico contro la Roma al seguito della squadra saranno in 357, ancora disagi per il giorno feriale e l'orario in notturna, e il notevole costo di cinquanta euro del tagliando. Un vero tracollo già nel primo tempo sotto di tre reti, con una squadra frastornata, una difesa imbarazzante, i tifosi avviliti e senza speranza. La gara termina quattro a uno (rigore realizzato da Ilicic a fine primo tempo), con l'ex Salah scatenato. Una sconfitta umiliante per i tifosi che non possono giustificare una prestazione senza carattere e grinta agonistica. La stagione iniziata con grandi aspettative e tanto entusiasmo porta le prime vere cocenti delusioni...

Mentre si aspetta la svolta per ripartire con il calendario favorevole con squadre inferiori dal punto di vista tecnico, partono i primi fischi di dissenso con Verona in casa e con il Frosinone, la prima in assoluto al "Matusa". Ancora un esodo, vista la distanza, con 1600 tifosi al seguito, costretti alla solita gara, squadra prevedibile e mai pericolosa, con la sfortuna che fa la sua parte con pali e traversa dei gigliati. Un pari inutile che non cambia la classifica ma che rende ardua la rincorsa al terzo posto. La rabbia dei tifosi per qualche rinforzo mirato a gennaio che poteva portare ad un salto di qualità, lascia il posto alla rassegnazione di arrivare il prima possibile al termine del campionato...

Ma il finale va oltre le più incredibili immaginazioni con la gara più brutta dell'anno a Empoli e relativa sconfitta, battuti anche a Udine nel turno infrasettimanale e l'opaco pareggio a Verona contro il Chievo il primo maggio. Nella vicina città toscana una parte della tifoseria rinuncia a seguire la squadra per il caro biglietto, ma il supporto non manca con i 600 del settore ospiti e i 400 della tribuna. Si subisce goal al primo tiro in porta, ma non si creano mai pericoli per gli avversari. Il raddoppio a fine gara, una disfatta che non lascia indifferenti i tifosi umiliati dagli avversari. Dagli spalti anche la pazienza ha un limite, partono i cori di disappunto contro, dirigenti, allenatore giocatori... 

Al Friuli di Udine ultimo turno infrasettimanale, con disagi per orario e rientro in tarda notte. L'obiettivo rimasto resta un posto in Europa, senza preliminari e con questo presupposto i 400 supporter vogliono fare la loro parte. La squadra di casa si difende con ordine e riparte in contropiede, si va in svantaggio e si fa fatica a ribaltare il risultato. Sul pari dei viola torna la gioia incontenibile sugli spalti, ma dura poco, ennesima sconfitta e risultati che nel girone di ritorno sono da retrocessione. Tutto il buono fatto nell'andata miseramente distrutto da una squadra allo sbando, la tifoseria non trova motivi o alibi per giustificare una debacle senza precedenti... 

Le ultime battute di gara in trasferta sono a Verona contro il Chievo, quasi una gita che ognuno organizza autonomamente. Nella Curva Sud malgrado i risultati negativi dei gigliati, sono presenti 460 tifosi. In campo una noia totale, giocatori demotivati e senza carattere, sugli spalti i cuori pulsanti all'unisono cantano incessantemente, due volti di una stessa situazione. Si vede qualche spunto di gioco ma si bloccano le coronarie per le incursioni dei padroni di casa, l'ultima salvata a tempo scaduto. I giocatori sono accompagnati da un coro eloquente:"noi tifiamo solo per la maglia", nessuno avrebbe immaginato un finale così deprimente, con l'incertezza del prossimo futuro. La realtà di una resa incondizionata sono nel triste bilancio di otto punti in dieci gare, con la stessa monotona domanda di quello che poteva essere e non è stato...

L'ultima della stagione è all'Olimpico contro la Lazio, che porta 355 tifosi neli Distinti Sud Ovest. Un solo coro dagli spalti :" viola lotta con il cuore", il modo per chiedere rispetto per la maglia che indossano. Si parte con il solito svantaggio, una doccia fredda per i tifosi che prevedono un'altra amara serata. Alla mezz'ora il goal del pari di Vecino , primo della stagione, che porta a convinzione dei propri mezzi, grinta e determinazione. Si chiude con tre reti il primo tempo raddoppio di Bernardeschi e Tello, una squadra incontenibile. Pressing, belle giocate e quarto goal dei viola , doppietta di Vecino, chiude la gara un rigore dei laziali, ma conta ben poco. Si archivia l'ultima trasferta della stagione con tanta rabbia e rimpianti, domande senza risposta sui black out del girone di ritorno. Per i tifosi la stagione sarà ricordata per la gioia, dopo molti anni, di aver visto  la squadra del cuore primeggiare sui colossi costruiti con lauti investimenti, e per un coro che echeggiava in tutta la città...poi l'incubo della seconda parte con un finale incomprensibile, che di colpo ha  cancellato i sogni, e i possibili obiettivi. Gioia, speranza, illusione, amarezza e rimpianti,  un'altalena di emozioni vissuta in pochi mesi da coloro che sono e restano gli unici protagonisti sempre presenti, i tifosi dal grande cuore viola...