.

VISTA IN TRASFERTA, Crederci? Perché no...

di Redazione FV

Dopo la lunga trasferta in Calabria continua il tour dei tifosi viola al seguito della squadra nel capoluogo ligure, agevolati dall'orario del lunch match e dalla relativa distanza. Nelle prime ore della mattina i pullman organizzati, in totale cinque, si spostano verso Genova, anche per la concomitante maratona che potrebbe rallentare l'arrivo verso lo stadio, molti optano per i mezzi propri. Intorno alle 12.00 la maggior parte si posiziona nella Tribuna Superiore ospiti del "Luigi Ferraris", dopo i consueti controlli di routine, anche se il fischio d'inizio viene spostato venti minuti dopo per problemi inerenti alla suddetta maratona cittadina. In totale sugli spalti risulteranno circa 600 tifosi gigliati, che mettono da parte le recenti contestazioni e polemiche per sostenere la squadra fino alla fine. Formazione ancora una volta inedita che lascia qualche perplessità con Tatarusanu, Gonzalo Rodriguez, Astori, Sanchez, Tello, Badelj, Borja Valero, Milic, Bernardeschi, Ilicic, Babacar, accolti dai soliti applausi così come l'ex viola e tifoso portiere doriano Viviano. Pochi minuti e da un errore della difesa viola un contropiede dei padroni di casa permette di portare Fernandes al goal del vantaggio, proprio sotto il settore degli ospiti. Il boato del "Ferraris" echeggia per diversi minuti tra i tifosi gigliati tramortiti da un avvio inaspettato. I viola mostrano le solite difficoltà a creare e imporre il proprio gioco, la gara è interrotta da falli ripetuti. Solo alla mezz'ora un tiro di Tello è parato senza problemi da Viviano, ci provano anche Bernardeschi e Sanchez ma senza risultato. Nell'intervallo i commenti sono di sconforto ma anche di speranza di vedere dei cambi immediati per dare ritmo e velocità alle azioni. Si riparte con l'ingresso di Kalinic al posto di uno spento Ilicic, che da subito cambia la gara. La Fiorentina con grinta e carattere si proietta in avanti, e porta nuova linfa anche sugli spalti che incessantemente spingono la squadra con cori. Il tiro di Tello che dalla destra con un'azione travolgente salta due avversari e prende il palo, evidenzia oltre agli errori commessi la buona dose di sfortuna che ha accompagnato i gigliati nella stagione. Pochi minuti e da un corner battuto da Borja Valero finalmente arriva un preciso colpo di testa del capitano Gonzalo Rodriguez, chiamato a gran voce dai tifosi, che realizza il meritato vantaggio con la gioia irrefrenabile di tutto il settore. Ci sono tutti i presupposti per fare risultato pieno per le azioni viste in campo, ma arriva la doccia fredda con il vantaggio di Alvarez neo entrato che dalla sinistra con un diagonale beffa Tatarusanu. Anche se la distanza è notevole si nota dagli spalti la poca reattività del portiere viola non impeccabile nell'occasione. Il secondo cambio è l'ingresso di Chiesa per Milic. Il pressing dei viola si ferma per la seconda volta sul palo, con un colpo di testa di Kalinic su cross di Tello. Lo sconforto è totale, una gara, almeno nel secondo tempo, dominata, che rischia di naufragare nella sconfitta. L'ultimo cambio è Saponara al posto di Bernardeschi. Quasi al termine del match un tiro centrale da fuori area di Babacar entra sotto la traversa e riporta in parità il risultato. Nei minuti di recupero sarebbe stata l'apoteosi se il portiere doriano d'istinto non avesse bloccato un tiro del senegalese. Diverse battute ipotizzate per l'episodio, resta l'abbraccio di fine gara tra i due giocatori. Peccato per la vittoria mancata e per la sfortuna che ha caratterizzata la gara, con un avversario alla portata che ha saputo sfruttare gli errori dei viola, comunque bravi a rimontare il doppio svantaggio. Super festeggiati il goal del capitano Gonzalo forse ai titoli di coda e il solito Babacar indolente ma determinante, ma apprezzate le prove di Tello e Borja Valero. Gli applausi convinti dei tifosi a fine gara sono per tutta la squadra per il carattere e la grinta mostrati, con la consapevolezza e il rammarico per i tanti punti sprecati in altre occasioni. Recriminare per quello che poteva essere e non è stato ha poco valore ed è inutile discuterne, in attesa di una vera rivoluzione annunciata a fine stagione, non resta che lasciare inalterato l'ultimo sogno per i tifosi: un posto in Europa. Crederci fino in fondo, perché no?