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VISTA IN TRASFERTA, Da Bologna con tristezza

di Redazione FV

Finalmente dopo un mese siamo ritornati in trasferta. Affermare questa frase dopo la cocente sconfitta subita al Franchi pochi giorni prima, sembrerà quasi un controsenso, ma per quei pochi tifosi che seguono ovunque la squadra significa rappresentare un colore e la città del giglio in giro per l'Italia. Dopo aver cantato You'll never walk alone nel mitico Anfield di Liverpool ed essere stati testimoni di un sogno distrutto all'Allienz Arena di Monaco, ripercorrere gli stadi della nostra penisola è stato come ripiombare in un film dell'orrore. Non ci siamo fermati di fronte ad innumerevoli difficoltà e facendo di necessità virtù, abbiamo adottato un coro che abbiamo fatto nostro :"ovunque tu sarai non ti lasceremo mai". Negli ultimi due anni è sempre stato difficile organizzare i nostri viaggi, non è questo il momento di  elencare le problematiche che lasciano a casa la maggior parte dei tifosi, ma vogliamo "elogiare" e fare un plauso ai pochi irriducibili che con incredibili sacrifici economici e fisici continuano a peregrinare con coerenza per stare accanto alla nostra amata Fiorentina.

La trasferta verso Bologna , in genere per distanza ha sempre rappresentato una delle città facili da raggiungere, ma  in questo caso, sia per l'ora che per il giorno infrasettimanale, ma anche per i risultati non certo brillanti della squadra, il numero di presenze si è ridotto ulteriormente. Delle centocinquanta presenze sugli spalti del Dall'Ara, pochi pulmini, un solo pullman organizzato dalle associazioni del tifo e molte macchine di privati. Si parte da Firenze verso le 16 con il solito entusiasmo che ci contraddistingue, con la  speranza di vedere vittoriosa la squadra e soprattutto per un immediato riscatto che necessita per una classifica che ci ha riportato nel baratro della paura. Alle 17.30 siamo già posizionati nel nostro settore ospiti, anche i ragazzi provenienti da altre città, da Novara a Verona, da Roma al resto dell'Emilia fanno parte di questa manciata di tifosi, e per esorcizzare il momento poco felice della squadra ci soffermiamo a raccontare delle nostre vicende personali. Anche se al bordo campo c'è ancora tanta neve, la temperatura sembra quasi mite, si comincia ad incitare i nostri ragazzi già nella fase del riscaldamento. Le seconde maglie gialle indossate fanno storcere il naso a diversi, ma la statistica ci dice che contro il Novara avevamo la stessa divisa. Della formazione titolare nessun commento, squadra e scelte obbligate visto gli infortuni di Pasqual e Behrami.

Al fischio d'inizio le nostre voci quasi si disperdono, anche se il Dall'Ara mostra molti spazi vuoti in tutti i settori. Nei primi minuti un gran tiro di Jovetic, di poco fuori ci fa ben sperare e anche se dalla parte opposta del nostro settore la squadra viola è sempre verso la porta avversaria. Gillet, portiere bolognese, compie un miracolo su un tiro di Amauri, a differenza del nostro Boruc che poco prima del gol che subisce prende una bottiglietta dal fondo campo per bere, quasi spettatore di quello che succede in campo. Il gol arriva da Diamanti al 30° al secondo tentativo dopo una prima respinta del nostro portiere. Siamo impietriti e disperati, anche in questo caso nel nostro miglior momento siamo puniti per delle incertezze difensive, la voce si blocca in gola. Ancora una volta Gillet si supera su Amauri, prima del raddoppio di Ramirez che avviene al 40° su cross di Di Vaio (ci sembra subito in fuorigioco), che sembra decretare un'altra atroce sconfitta. Nell'intervallo siamo quasi increduli, esterrefatti di ciò che abbiamo assistito, non ci si consola neanche con i vari errori arbitrali che pare abbiano determinato le due reti avversarie. Speriamo che la buona sorte ci possa assister nel secondo tempo e da sognatori ci illudiamo in una clamorosa rimonta, che viene accantonata quando al 50° per un rosso diretto viene espulso Olivera per una gomitata inutile a Diamanti. Le sostituzioni di Vargas e Nastasic per Salifu e De Sivestri non cambiano l'andamento della gara.

La partita termina qui, il secondo tempo diventa un'autentica agonia, a 15 minuti dalla fine dopo qualche coro di disappunto e di contestazione verso la squadra, una parte dei tifosi abbandona gli spalti, il resto (quasi una cinquantina) rimane fino al termine, per non dare l'ennesima soddisfazione agli avversari che continuano a denigrarci, sbeffeggiarci e umiliarci, costretti anche a sentire tanti cori offensivi anche verso il nostro Mister. Il fischio finale un'autentica liberazione, a capo chino ci avviamo verso i nostri mezzi, siamo talmente avviliti che non riusciamo neanche ad avere una reazione di rabbia, ormai rassegnati verso un'altra stagione da dimenticare e archiviare il prima possibile. Più forti delle avversità e dei mancati risultati nel pullman si parla già della prossima trasferta verso Roma di domenica contro la Lazio, perché dirigenti e giocatori vanno e vengono i tifosi ci saranno sempre e ovunque, anche se stasera con la tristezza nel cuore...