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VISTA IN TRASFERTA, La Viola che non ti aspetti

di Redazione FV

Dopo le due splendide trasferte di Milano e in Romania, finalmente si riparte. Il calendario ci propone la gara contro l'Udinese allo stadio Friuli, che anche negli anni precedenti non è mai stata considerata dalla tifoseria una gara da esodo. I motivi sono molteplici: la distanza, gli avversari di seconda fascia, lo stadio scoperto che spesso ha causato notevoli disagi di freddo e pioggia. La vendita dei tagliandi nella settimana procede a rilento, e alla chiusura dei botteghini circa 500 tifosi saranno presenti nel settore ospite. La metà dei tifosi si organizza con i vari pullman delle associazioni, di alcuni viola club, di pulmini, ma una buona parte si sposta autonomamente con mezzi propri, poiché resta una delle trasferte più tranquille dell'anno.

Con l'orario fissato nella fascia pomeridiana la piccola carovana viola si muove nelle prime ore del giorno, un pallido sole accompagna in tutto il tragitto, sembra sia un presagio positivo per la giornata che tutti si apprestano a vivere. Con largo anticipo, prima delle 13, la maggior parte si ritrova nel parcheggio del Friuli, si aspetta che gli organi competenti autorizzano l'entrata e a piccoli gruppi si vanno a posizionare in uno stadio quasi deserto. Soliti rituali: striscioni da appendere, le prime bandiere che sventolano, gli amici del nord est che si ritrovano aspettando quasi con una calma serafica l'inizio della gara. La tensione per la partita si avverte quando la squadra entra in campo, come sempre incitata e sostenuta.

Al fischio d'inizio si parte con il solito possesso palla e con la stessa determinazione, la porta avversaria è a pochi metri dal nostro settore, e quando viene atterrato Pepito Rossi per un contatto con il difensore Danilo, ci sembra rigore, confermato da coloro che seguono la gara da casa. Solite sviste arbitrali che ancora una volta ci penalizzano. Pochi minuti più tardi un numero incredibile di Cuadrado che con una serpentina, salta tre avversari, entra in area e costringe Brkic in un autentico miracolo. Tre minuti più tardi il portiere di casa si ripete su un tiro di Aquilani. Alla mezz'ora dalla parte opposta un nugolo di bianconeri friulani sono sotto la nostra porta, i viola mancano il rinvio e veniamo la palla che entra in rete. Sul cartellone appare il nome di Heurtaux (terzino sconosciuto alla maggior parte, per fortuna aveva già segnato in una precedente gara, ma ottiene anche lui il suo momento di gloria con la nostra squadra). Anche se la temperatura stranamente per il Friuli si mantiene mite, un brivido di freddo ci attanaglia e sembra bloccare la nostra voce.

Restiamo comunque ottimisti e positivi, i nostri ragazzi ci hanno saputo sorprendere e hanno saputo ribaltare i risultati in tante occasioni. Ma la giornata è di quelle dove tutto va al contrario, dopo quattro palle goal nel primo tempo la squadra è in totale confusione, un'amnesia generale di tutti i reparti. Nel secondo tempo nessuna reazione, anzi errori frutto di una fragilità psicologica, manca anche il gioco che è stata l'arma vincente di tante partite. Una prestazione sotto tono anche dei vari Valero, Cuadrado, Rossi, che rappresentano un valore aggiunto. Le tre sostituzioni di Ilicic, Mati Fernandez e Matos al posto di Joaquin, Aquilani, Tomovic, non fanno che rimarcare una squadra irriconoscibile. Il sempre agognato salto di qualità, la prova di maturità per diventare grandi ancora una volta viene sprecata miseramente. Alla fine il migliore dei viola risulterà Neto che evita un tracollo ancora maggiore. Al fischio finale ognuno esprime il proprio parere, il proprio giudizio, ma trovare colpe o puntare il dito sui singoli non ha senso, ancora una volta la legge del calcio rimarca che quando si spreca tanto spesso si esce sconfitti.

L'analisi generale è impetuosa. Nella mezz'ora in attesa di poter ritornare verso casa, i se, i ma , i perché di un black out generale non fanno che acuire il rammarico e la delusione in vista anche dei risultati delle altre squadre che ci avrebbero proiettati nelle sfere dell'alta classifica. Nessun dramma di sorta, può succedere nell'arco di una stagione sbagliare approccio alla gara, sottovalutare l'avversario, mancare di cinismo e cattiveria sotto porta. Sono le motivazioni e la mentalità che fanno una grande squadra, quelle che sono mancate ad una Viola che non ti aspetti...