VISTA IN TRASFERTA, Niente processi, non ora
Il nostro viaggio itinerante iniziato ad Udine il 18 settembre, ci ha visto percorrere quasi tutta la penisola fino a toccare le isole, da Palermo a Cagliari fino a raggiungere la nostra ultima meta a Catania. Le nostre difficoltà aumentano notevolmente in queste località, e dopo lo sparuto gruppo che ha rappresentato i colori viola a Parma lo scorso mercoledì, sapevamo da tempo che in pochi avremmo raggiunto la città etnea. I voli fissati da tempo non ci hanno fatto desistere neanche con le avverse condizioni meteo che avevano investito la città siciliana nei giorni precedenti e tra il venerdì e la domenica mattina, il numero totale dei tifosi sugli spalti contava 43 presenze. Un altro gruppo di 24 persone era dislocato nella tribuna. Nelle ore precedenti era previsto una sorta di uragano e la gara da più parti risultava a rischio rinvio.
La domenica finalmente le raffiche di vento e la pioggia si attutivano e con immenso sollievo abbiamo potuto salutare e incitare la nostra squadra che si accingeva a raggiungere lo stadio "Massimino". Ognuno di noi, chi con mezzi propri, chi a piedi raggiungeva, all'ora di pranzo, il settore ospiti, dove, purtroppo come ormai avviene da mesi, ci si contava e ci si guardava quasi negli occhi. Rappresentavano i colori viola il Gruppo Sicilia (di cui fanno parte i ragazzi di Floridia, Avola, Vittoria, Noto), i ragazzi del Nord Italia, la zona di Siena, una decina da Firenze. La curva Nord dei tifosi catanesi adiacente al nostro settore quasi non ci ha considerati, pochi cori di scherno contro quei pochi tifosi viola, ma ha tributato un grande applauso all'ex di turno Vargas prima della gara, e nello stesso tempo lo ha subissato di fischi , come si conviene verso un avversario.
La partita inizia e con grande entusiasmo vediamo ciò che non ti aspetti in trasferta. La squadra viola impone il proprio gioco e per ben quattro volte si ritrova sotto la porta del Catania, con due eclatanti azioni da possibili goal, con Cerci e Amauri. Dopo il grande rammarico di aver sciupato tanto, proprio all'inizio del secondo tempo una grossolana ingenuità di Gamberini , provoca il rigore che alla fine sarà fatale. Siamo al 58esimo quando Lodi lo realizza, ancora una volta, sotto il nostro settore. Le nostre flebili voci man mano che scorrono i minuti vanno a scomparire e per l'ennesima volta subiamo l'onta dei loro cori che ci offendono fino ad sentirci urlare:"serie B". Ammainiamo le nostre bandiere, i pochi striscioni, non si riesce neanche a commentare quello che sa di inverosimile. La squadra rientra negli spogliatoi senza un minimo cenno di saluto verso quel settore che rimane nella tristezza, solo Pasqual mostra un minimo di saluto.
Forse come recita un nostro slogan meritiamo qualcosa di più, visti i sacrifici economici e fisici che ci accolliamo per non far mancare il nostro sostegno ovunque. Di certo gli spettacoli ai quali stiamo assistendo sono pietosi, ma questo non deve essere una giustificazione per quella parte di tifoseria che da tempo riesce solo a contestare stando comodamente sulle loro poltrone. In questo particolare momento di difficoltà estrema ognuno si deve prendere le proprie responsabilità e capire quanto apporto e passione ha nei confronti della nostra Fiorentina. Troppo facile andare allo stadio con il costo popolare del biglietto, o magari per assistere alla gara dell'anno contro la Juve. La nostra squadra ha un necessario bisogno dei suoi tifosi ora più che mai. La quota salvezza è ancora lontana, il calendario ostico, e quindi proprio per questi motivi quella maglia gigliata va tutelata e difesa, sempre e ovunque.
A testa alta usciamo dal "Massimino", la nostra presenza ha avuto un valido significato, i soliti tifosi lo hanno dimostrato, ora tocca a quella Firenze assente dare delle risposte immediate. I conti, ed i veri responsabili di questo secondo anno senza obiettivi validi si faranno alla fine ora, è il momento che tutte le componenti (società, allenatore, squadra, tifosi) facciano quadrato per poter ripartire il prossimo anno e ritornare "grandi ancora"...