VISTA IN TRASFERTA, Notte di ordinaria follia
L'aria che si respira è fantastica già alla partenza, una trasferta che diventa un vero e proprio esodo verso la capitale, qualcosa di incredibile che non si viveva da decenni. Per l'intero percorso, l'autostrada diventa un serpentone di mezzi colorati di viola, le soste nei vari autogrill sono uno spettacolo a vedersi. Migliaia di tifosi di ogni età diventano una marea di cuori pulsanti all'unisono, poco importa se tanti ci sono per la prima volta, o volti dei soliti, la passione che li accomuna prevale su tutto. La tensione si legge negli occhi di ognuno, l'ansia di arrivare per tempo all'incontro l'unica vera preoccupazione. Con la solita pazienza si seguono le direttive dettate dalle organizzazioni già all'uscita dell'autostrada, con i consueti controlli delle forze dell'ordine, prima di essere convogliati in gruppi di 15 pullman verso lo stadio.
Le ore di attesa nel parcheggio alle porte della capitale per i primi nuclei sembrano infiniti, in realtà i fortunati che arrivano nella prima trance si ritrovano nel parcheggio adiacente allo stadio verso le 17.30. Un fiume di persone si incammina verso la Curva Sud, una processione di bandiere, striscioni e sciarpe, con cori e slogan e tanta allegra confusione. Finalmente si vanno ad occupare le varie postazioni del settore, nessun problema ai tornelli, tutto sembra presagire ad una serata tranquilla. Mancano ancora tre ore circa dall'inizio della gara, si comincia a delineare la coreografia preparata, vengono distribuite bandierine viola, rosse e bianche. Poi iniziano i primi messaggi di coloro ancora bloccati all'ingresso della città, sembra che all'esterno ci siano dei disordini tra opposte tifoserie, ma tutto è confusionario ed incerto. Si resta in apnea per interminabili minuti, le notizie che arrivano sono drammatiche, qualcuno dei nostri pullman in mezzo a quelli partenopei, senza scorta, rischiano per la loro incolumità fisica.
Sugli spalti si aspetta impotenti, nel frattempo sembra che la curva non riesca a contenere il numero eccessivo dei tifosi che arrivano in massa. Al riscaldamento delle squadre tutto sembra rientrare, ma poco prima della gara, la notizia è di quelle da shock, si decide di togliere tutti gli striscioni, per rispetto verso un tifoso partenopeo che nei tafferugli avvenuti fuori dallo stadio è in condizioni critiche. Sono le 20.30, nessun comunicato, tanta concitazione a bordo campo, non si hanno notizie certe, neanche tramite le televisioni che da casa ci tengono in continuo aggiornamento. L'ora d'inizio è ormai passata, si rischia di non giocare la gara, nel frattempo nella curva avversaria una serie di petardi e fumogeni sono lanciati in campo, dove si trovano molti steward e pompieri, non si riesce a capire cosa succede.
I nostri dirigenti viola si avvicinano verso il settore, sembra che si possa giocare con dei compromessi, siamo nel caos generale. Alle 21.45 le squadre entrano in campo, l'inno viene subissato da fischi, non esiste nessun intento comune, ognuno agisce autonomamente, nel frattempo salta anche la coreografia. Inizia la gara, la squadra viola, come tutta la tifoseria sembra tramortita, ed è sotto di due goal in venti minuti, mentre quella avversaria gioisce e festeggia. Un controsenso che acuisce ancora di più le diverse posizioni di coloro che vorrebbero incitare la squadra viola, e quelli che mantengono il silenzio per rispetto di una notizia drammatica. Il goal di Vargas che accorcia le distanze e un goal annullato per fuorigioco a fine tempo sembra animare il popolo viola così si prova a dare un sostegno alla squadra, ma anche in questo caso i pareri sono discordi. La totale anarchia la fa da padrone.
Nel secondo tempo il tifo ritorna alla sua normalità, anche per l'entrata in campo di Pepito Rossi che mette tutti d'accordo. Il goal sbagliato sotto porta da Ilicic che forse riaprirebbe la gara, porta allo sconforto assoluto. Poi lo scempio finale, l'invasione di campo dei partenopei, che hanno il tempo di sbeffeggiare la tifoseria viola sotto il settore, senza che nessuno intervenga. Un encomio particolare ai viola che non cedono a queste ennesime provocazioni, e che non possono fare altro che uscire dallo stadio con l'amarezza e la tristezza nel cuore. La premiazione viene ritardata, epilogo di un qualcosa di incredibile, oltre il danno anche la beffa finale. Quando le due squadre tornano in campo, pochi tifosi restano nel settore a loro riservato per assistere alla consegna della medaglietta di consolazione verso i ragazzi viola, le lacrime scendono da sole. Si evita di vedere i festeggiamenti bianco azzurri.
Si torna mesti e distrutti verso il parcheggio per riprendere il cammino di casa. Siamo a Firenze, distrutti nell'anima e nel fisico, verso le prime luci dell'alba. Una finale che sarà difficile da dimenticare per tutto ciò che è stato visto e vissuto in negativo, che dovrebbe portare ad un momento di riflessione, a coloro che sono ai vertici di uno sport che un tempo predicava sportività e divertimento. I tifosi, quelli che amano e vivono una sana passione, sono stanchi di assistere a questi spettacoli indecorosi che lasciano senza parole, ma esprimono il loro dissenso e disappunto dicendo: "basta!". Si esce tutti sconfitti in questa notte di straordinaria follia.