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VISTA IN TRASFERTA, Troppo brutta per crederci

di Redazione FV

Vita dura e difficile per i tifosi viola che in tre settimane affrontano la terza trasferta consecutiva infrasettimanale e in notturna. L'avversario di turno è di cartello, la temibile Roma all'Olimpico, che costringe la maggior parte a rinunciare per i soliti problemi, oltre al prezzo non irrisorio di 45 euro per il tagliando. Da Firenze parte un solo pullman organizzato dall'Atf, (Associazione Tifosi Fiorentini), il resto con mezzi propri. Dopo i consueti estenuanti controlli, per fortuna prima della fase di riscaldamento i 124 presenti, vanno a posizionarsi nel settore ospite loro preposto. Il clima è surreale, l'Olimpico, un tempo una bolgia, è quasi deserto, prosegue la contestazione dei supporter giallorossi per le barriere all'interno della curva, così come i tifosi gigliati che solidarizzano con gli avversari attuando mezz'ora di silenzio per le costrizioni che ci sono all'interno degli stadi.

La formazione viola non presenta sorprese, recuperano Tatarusanu e Gonzalo, rientrano gli squalificati Astori e Bernardeschi, Kalinic ancora fermo ai box per infortunio. Il modulo lo stesso del 3-4-2-1, Tatarusanu, Sanchez, Gonzalo, Astori, Vecino, Badelj, Maxi Olivera, Borja Valero, Bernardeschi, Chiesa, Babacar. Il silenzio assordante è interrotto da qualche singola voce che incita ora l'uno ora l'altro giocatore, con la speranza mai sopita di poter fare un'impresa contro gli accreditati avversari. La squadra viola sembra tenere testa nei primi minuti mentre si porta dalla parte opposta verso la porta giallorossa, i padroni di casa ricorrono spesso a falli. La prima occasione da gol è di Chiesa che con il portiere fuori dai pali prova un pallonetto che viene ribattuto sulla linea. La disperazione del gol mancato porta a un sussulto tra i presenti che trattengono il fiato quando gli avversari si portano verso Tatarusanu. Quando partono i primi cori dagli spalti, la Roma aumenta il ritmo e l'intensità della gara e mentre si aspetta la fine del primo tempo, arriva il goal del vantaggio di Dzeko su passaggio di De Rossi. Dagli spalti si grida al fuorigioco, forse anche in campo la difesa e il portiere rumeno immobile tra i pali, hanno la stessa sensazione, ma purtroppo il gol è convalidato e si conferma la regolarità.

Nell'intervallo i soliti commenti, totale sofferenza in difesa e poca concretezza in attacco. Nella seconda frazione di gioco si aspetta una pronta reazione dei viola, ma si assiste ad una resa incondizionata, senza mai arrivare a tirare in porta. Il raddoppio della Roma con Fazio, il preludio di una sconfitta prevedibile ma con un minimo di orgoglio. Il primo cambio di Maxi Olivera per Ilicic, con Bernardeschi a sinistra sbilancia la squadra, quando ormai la Roma è padrona del campo. Esce anche Bernardeschi per Tello, subito dopo un micidiale contropiede porta a tre le reti con Naingollan e la gara finita. L'ingresso di Cristoforo per Chiesa non porta nessun vantaggio. La standing ovation all'ingresso di Totti l'ennesimo boccone amaro di una serata da dimenticare. La porta dei viola diventa un bersaglio continuo, Tatarusanu si oppone a un tiro di Dezko, che subito dopo per un errore di Astori porta a quattro le reti dei padroni di casa.

Per fortuna l'agonia di una debacle senza condizioni termina al novantesimo. La squadra si porta timidamente sotto il settore ospiti, pochi gli applausi per una sconfitta troppo pesante da giustificare. Una squadra troppo brutta per essere vera con giocatori allo sbando privi di carattere e di orgoglio. Si può anche perdere con avversari superiori tecnicamente e fisicamente ma con un minimo di impegno e di reazione mai avuta. Una squadra frastornata senza idee, priva di gioco, che è mancata nei momenti decisivi, quasi rassegnata ad un ruolo marginale in una stagione che poteva avere ben altri risultati.  Parlare dei singoli in una catastrofe collettiva ha poco senso, carente in ogni reparto con giocatori fuori ruolo, a dimostrazione che gli esperimenti qualche volta riusciti, hanno un tempo limitato. Resta l'amara e triste realtà su un display che evidenzia un risultato avvilente con la totale umiliazione per tutti quei tifosi che danno il massimo in ogni gara, in qualsiasi destinazione, vicina o lontana, di giorno e di notte e vorrebbero almeno un minimo di rispetto.