VISTA IN TRASFERTA, Un bilancio positivo
All'inizio di ogni anno il tifoso viola spera e si augura di poter festeggiare un trofeo, il sogno di realizzare quello che nell'immaginario si vive da sempre, ma che nella realtà manca ormai da troppo tempo (purtroppo). All'inizio del campionato tutto faceva presagire a qualcosa di straordinario, una squadra costruita e rafforzata in tutti i reparti, ma soprattutto un attacco stellare con due campioni, Gomez e "Pepito" Rossi, vanto e orgoglio per tutta la tifoseria. L'entusiasmo alle stelle, palpabile in tutti gli ambienti, coinvolgeva anche gli scettici per antonomasia. Inoltre rientrare nella competizione europea (anche se quella di minore importanza per noti motivi), dava a tutto l'ambiente un'ulteriore spinta per seguire e stare accanto alla nostra squadra.
Poi di colpo la sfortuna inizia il suo lento percorso, dall'infortunio di Gomez a quello forse che ci ha colpito profondamente del nostro ormai consacrato "fenomeno" Rossi, che sembra farci accantonare quei sogni proibiti. Si arriva quindi alla quotidianità della gara contro il Torino, una delle trasferte più tranquille e sentite dalla tifoseria, dato lo storico gemellaggio, ma che ha fatto desistere non pochi, visto l'orario assurdo dell'ora di pranzo e la distanza di oltre 400 Km. La parola d'ordine resta quella di supportare una squadra che merita tutto l'appoggio e che lotta comunque contro le avversità che la perseguita. La vendita dei tagliandi all'inizio della settimana comincia a rilento, solo quando ci troviamo sugli spalti del settore ospiti dell'Olimpico di Torino, abbiamo una stima di più di 600 tifosi al seguito, oltre a coloro presenti ai settori adiacenti tra i supporter del Torino, si arriverà a meno di 800 tifosi viola.
Dalla Toscana partono a notte fonda, quattro pullman, ai quali si aggiungeranno qualcuno del nord-ovest, mentre la maggior parte si sposta con mezzi autonomi. La nebbia ci accompagna in tutto il tragitto, ma sull'Olimpico, giunti verso le 11.45 splende un sole tiepido e primaverile. La gara non è delle più semplici, mister Montella deve ridisegnare ed inventarsi (ancora una volta) una nuova formazione per sopperire alla mancanza di attaccanti. All'ingresso della squadra tutto come si poteva prevedere, Ililic come "falso 9 " con Cuadrado e Joaquin esterni. I cori dei tifosi viola si incrociano con quelli dei granata, il clima sugli spalti è in perfetta sintonia, ma il sostegno verso i colori viola dal settore ospiti è totale. Per le occasioni create e per il possesso palla forse avremmo meritato la vittoria con Joaquin, con Borja Valero, uno dei migliori in campo (tanti i cori e gli auguri di buon compleanno per uno dei beniamini della tifoseria), con Roncaglia. Ma anche Neto riesce a dare il suo contributo con alcuni interventi importanti, a dimostrazione che la squadra granata ha comunque fatto la sua partita.
Gli inserimenti nella ripresa di Iakovenko ( ancora una volta una delusione), Ambrosini e Matos non cambiano le cose. Termina la gara così come il girone di andata, con tante incognite e domande senza risposta non solo per la gara odierna. Ci consoliamo comunque con la prestazione della squadra, che ha saputo reagire anche a livello psicologico all'ennesimo momento difficile che ha dovuto affrontare. Al giro di boa tanti i significati positivi, tra le gare di soddisfazioni e gioie, i punti conquistati, l'imbattibilità delle ultime cinque gare senza subire goal, ma anche il rammarico di quello che poteva essere con le nostre punte, con la sfortuna che è stata dalla nostra parte. Restano comunque inalterati gli obiettivi dell'intera stagione, visto che siamo in corsa su tre fronti, con il sogno di poter rivedere e ripartire con i nostri campioni fermi ai box, ed il mercato di gennaio che potrebbe portare delle piacevoli sorprese per costruire una Fiorentina ancora più forte.