VISTA IN TRASFERTA, Una settimana difficile
La triste sconfitta subita in casa contro l'acerrima nemica di sempre, la Juve, con la conseguente estromissione dalla finale di Coppa Italia, lascia molto rammarico e delusione in tutti i tifosi. Non è facile metabolizzare e archiviare la disfatta al Franchi dopo la gara entusiasmante vissuta allo Juventus Stadium, ma le gare si susseguono e bisogna comunque guardare avanti. La passione va oltre l'amarezza, il bene della squadra viene al primo posto, non c'è il tempo per i "se e i ma", per coloro che hanno deciso di seguire la squadra nei difficili viaggi itineranti da Napoli in Ucraina.
Le vittorie in genere portano una linfa particolare per gli "occasionali" delle trasferte, e in genere fanno aumentare il numero dei presenti, in questo caso i sei pullman con 230 tagliandi venduti per il settore ospiti del S. Paolo di Napoli, si considera quasi un successo. Il viaggio di andata e ritorno nello stesso giorno, il ritrovo per la partenza, data la cospicua distanza è alle prime luci dell'alba intorno alle 6.30. L'entusiasmo non manca e le ore passano veloci, tra una sosta per il caffè e un pranzo da dividere. Alla barriera, prima di entrare nella città, i soliti estenuanti controlli all'interno dei pullman, i biglietti, gli striscioni, e stendardi tra filmati e foto. L'attesa è spasmodica e snervante fino alle 14.00, quando le forze dell'ordine dividono i pullman a gruppi di due per scortarli fino al S. Paolo.
I primi fortunati arrivano mezz'ora prima della gara, il secondo gruppo quasi al fischio d'inizio, gli ultimi a partita iniziata. Davanti al settore ospiti ancora controlli che hanno dell'incredibile, effettuati dagli steward e poi dalla polizia. Modi bruschi ed arroganti, discussioni su gli striscioni che possono o non possono entrare con motivazioni assurde, si chiede addirittura il certificato dei materiali ignifughi, quando si hanno le autorizzazioni richieste. Anche le sciarpe subiscono la triste sorte, tolte dai colli dei pazienti tifosi, il nervosismo e l'esasperazione, non porta a conseguenze estreme solo per la maturità di coloro che sopportano da sempre questi soprusi.
La formazione dei viola è inedita, un turn over che si pensa dovuto alla gara di Europa e agli infortuni, ma lascia alquanto perplessi. Si parte con 4-3-2-1, Neto, Richards, Savic, Basanta, Pasqual, Kurtic, Badelj, Borja Valero, Vargas, Salah, Ilicic. come falso nove. Nella prima frazione di gioco la Fiorentina attacca dalla parte opposta al settore, ma è il Napoli a insidiare la porta di Neto.
Al fischio finale solo qualche giocatore prova a salutare i tifosi viola, che non accennano a nessuna contestazione, il resto esce mestamente. Forse in gare come queste la squadra dovrebbe riconoscesse i sacrifici economici e fisici di una tifoseria encomiabile, con un cenno, un saluto. La rabbia è tanta, una prestazione che non si riesce a capire per come arrivata sembra l'ombra di quella Fiorentina ammirata e osannata in trasferta. Senza grinta, senza carattere, che è riuscita a rimettere in carreggiata gli avversari di turno in difficoltà da mesi. Il viaggio di ritorno diventa massacrante dopo una sconfitta senza attenuanti. Si analizza la partita senza fare drammi, ma con l'auspicio di cambiare subito mentalità e tornare a vincere. I tifosi come sempre fanno la loro parte, cori incessanti continuano per tutto il viaggio di ritorno, quasi ad esorcizzare il brutto momento che sta attraversando la squadra.
Una parte di quelli presenti a Napoli, tra poche ore seguiranno la squadra nella difficile trasferta di Kiev, con la speranza che prestazione e risultato siano ben diversi. Una settimana difficile che si vuole cancellare in fretta.