VLAHOVIC, IL RINNOVO E LA RICONOSCENZA: FIRENZE ORA SI ASPETTA UNA MANO TESA
Le schermaglie per arrivare al rinnovo di Dusan Vlahovic stanno per entrare nel vivo. Normale, quando si ha a che fare con un gioiello richiesto da tante big d’Italia e d’Europa e che - grazie al lavoro di Prandelli e del suo staff - è improvvisamente esploso tra le mani della Fiorentina nel momento forse più difficile della sua storia recente. Il manager del serbo nelle prossime settimane sarà a Firenze e si siederà ad un tavolo con Pradè e Barone per provare a trovare un accordo che porti all’allungamento del contratto della punta, in scadenza nel 2023. Sensazioni? Per ora tutto tace ma in società c’è fiducia che il 2000 possa presto convincersi della bontà del progetto per la Fiorentina di Commisso - pronto, anche con l’inaugurazione del nuovo centro sportivo, a rilanciare con investimenti e a riportare la Viola in alto - e soprattutto decida di mostrare gratitudine verso il club che lo ha portato nel calcio che conta a 17 anni e, ad appena 20, gli ha poi consegnato la maglia numero nove, designandolo come suo indiscusso centravanti di riferimento.
L’offerta della società, dunque, è molto chiara anche se le cifre per adesso restano top-secret (è chiaro però che l’attuale ingaggio da 800mila euro sarà almeno raddoppiato e saranno inseriti una serie di bonus legati ai traguardi personali di squadra che potrebbero rendere ancora più ricco il bomber di Belgrado), così come è evidente che dopo una seconda parte di stagione da trascinatore l’obiettivo della Fiorentina sia oggi quello di rendere Vlahovic ancora di più un simbolo della squadra al pari di Castrovilli, arrivando (chissà) un giorno a proporgli quella fascia di capitano che verosimilmente a fine stagione Pezzella lascerà libera. Quello che adesso (e possibilmente in tempi rapidi) serve, più che alla Fiorentina a tutta Firenze, è però un gesto di apertura da parte del giocatore, da sempre molto legato alla città e all’ambiente viola: in virtù della fiducia, della stima e dello sconfinato credito che il club di Commisso ha dato fin da inizio anno al giovane Dusan, una mano tesa verso la squadra che dalle giovanili del Partizan lo ha portato a diventare un bomber dal valore di almeno 30 milioni non guasterebbe.
Uno scenario complicato? Forse non così troppo, come ha raccontato a Firenzeviola.it nella giornata di ieri Emilano Bigica, il primo allenatore italiano di Vlahovic: “Dusan è molto legato a Firenze e alla Fiorentina ed è un ragazzo con dei valori morali molto importanti: sa mostrare riconoscenza verso chi ha creduto il lui”. Eccola qua la parola magica: riconoscenza. Merce, al pari della meritocrazia, sempre più rara nel calcio di oggi (e la recente fuga di Chiesa verso la Juventus, covata da oltre un anno, ne è la testimonianza più recente). Due virtù alle quali Rocco Commisso tiene molto - tanto nel mondo dell’imprenditoria che in quello del calcio - e che spera di veder rispecchiate anche nel suo numero 9 che intanto, archiviata la prima tripletta in carriera, si prepara ora a vivere la sfida a distanza di domenica sera con il suo idolo di sempre: Zlatan Ibrahimovic.