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VOGLIA DI RIVINCITA

di Iacopo Barlotti

Quindici anni fa. Una Fiorentina fortissima, la prima di Trapattoni, che si stava laureando campione d’inverno e che avrebbe chiuso il campionato al 3° posto, fra i gol e l’infortunio di Batistuta, le carnevalate di Edmundo, i lampi di Rui Costa, le parate di Toldo. Quella Fiorentina, probabilmente, in coppa Uefa sarebbe arrivata parecchio avanti. E invece, il 3 novembre 1998, i viola vennero eliminati ai sedicesimi a causa dei fatti dello stadio Arechi.

È croncaca. Dopo aver vinto l’andata a Zurigo (2-0, gol di Batistuta e Robbiati), i viola giocano a Salerno perché il Franchi è ancora squalificato dopo i fatti di Fiorentina-Barcellona (coppa Coppe 1997). Il 25 ottobre c’era però stata Fiorentina-Salernitana (4-0), con degli scontri fra 50 tifosi viola e i sostenitori campani. Che promisero vendetta. I gigliati, però, avevano già deciso di giocare Fiorentina-Grasshopper a Salerno e non poterono più cambiare quella decisione. Così si giocò all’Arechi: viola sul velluto, alla fine del primo tempo la Fiorentina vince 2-1 (doppietta di Oliveira e gol di Gren) quando una bomba carta esplode in campo e ferisce alla gamba il quarto uomo, subito portato in ospedale in stato di shock (per lui 2 punti di sutura e 30 giorni di prognosi). L’ordigno, lanciato dal settore degli ultrà della Salernitana, stordisce anche diversi giocatori. E il Grasshopper si rifiuta di tornare in campo per il secondo tempo. La partita viene sospesa. Il criminale che ha lanciato la bomba carta viene identificato: è un tifoso granata. Sul momento il buon senso propenderebbe per una ripetizione della partita (a porte chiuse), ma la Uefa prende la decisione più assurda: 0-3 a tavolino e Fiorentina eliminata.

Adesso, quindici anni dopo, Firenze si ritrova di fronte il Grasshopper ai playoff di Europa League. Stavolta non vuole sorprese: anche oggi la Fiorentina è nettamente più forte degli svizzeri, che come allora approdano in Uefa dopo la sconfitta ai preliminari di Champions (stavolta col Lione, quindici anni fa col Galatasaray). Montella ha 13 giorni di tempo per sistemare i dettagli della sua Fiorentina, pronta a una stagione lunga e intensa. Mario Gomez contro Vonlanthen: sulla carta, non c’è storia.