ZERO ITALIANI
Undici stranieri dal primo minuto, sabato sera, nella gara d'esordio stagionale dei viola all'Olimpico con la Roma. Non è un record per la Fiorentina di Montella (era successo anche negli scorsi anni) ma è l'ennesimo segnale di una squadra viola sempre più multinazionale e di un calcio italiano ancora costretto a rincorrere. Nelle formazioni titolari della prima giornata di serie A gli stranieri impiegati sono stati il 55%, contro il 45% degli italiani. La Fiorentina è scesa in campo con 0 italiani, il Sassuolo invece con 11 italiani su 11.
D'altra parte "gioca chi è bravo", ha spiegato Montella. E dopo il calciomercato estivo, conclusosi lunedì, il saldo in casa viola è nettamente a favore degli stranieri. Senza considerare prestiti e rientri prestiti, la Fiorentina quest'estate ha acquistato 8 giocatori stranieri e 0 italiani, mentre ha ceduto 1 straniero (Compper) e 1 italiano (Ambrosini). Se invece consideriamo tutti i movimenti, inclusi i prestiti, i viola hanno in rosa 12 stranieri e 2 italiani in più rispetto allo scorso anno, e hanno ceduto 8 stranieri e 3 italiani. Saldo: +4 stranieri e -1 italiano.
Nella rosa gigliata ci sono 6 italiani su 32 giocatori, assai meno del 20%. Una miseria. Il ct azzurro Conte, lunedì in conferenza stampa, ha sottolineato come all'Olimpico - dove era presente per Roma-Fiorentina - abbia visto "squadre con zero italiani".
Nella formazione tipo della squadra di Montella, comunque, troveremmo 3 italiani: capitan Manuel Pasqual, sulla fascia sinitra; Alberto Aquilani, mezzala destra; e Giuseppe Rossi, là davanti. Il condizionale è d'obbligo, viste le condizioni di Pepito e le tante partite ravvicinate a cui sarà chiamata la Fiorentina, con il tecnico viola che sarà spesso costretto a ricorrere al turn-over. Dovremo dunque abituarci a vedere più spesso gli zero italiani in campo. La buona notizia è che però nella rosa viola scalpita uno dei ragazzi più promettenti, per tecnica e qualità, del pallone italiano: Federico Bernardeschi, classe 1994. Teniamocelo stretto, valorizziamolo: con la speranza che possa essere lui, in un futuro più o meno lontano, a tenere in alto la bandiera dei colori violazzurri.