BORJA, LA BADANTE SPAGNOLA
La partita l'ha "spaccata" Cuadrado, non c'è dubbio. Chi però ne ha cambiato il corso, l'inerzia, è stato Borja Valero. Fino a deciderla con un destro chirurgico al 92'. Per qualcuno potrà essere un dettaglio, una sottigliezza, per noi è pura sostanza. Sopratutto sono tre punti e qualificazione matematica. Borja è entrato ad inizio ripresa al posto di Iakovenko (ennesima bocciatura per l'ucraino), ha preso per mano la squadra, si è persino concesso il lusso di sbagliare un gol già fatto. Con Borja in campo è cresciuto Aquilani, Matos a trovato supporto in avanti, Gonzalo ha avuto un terminale per i suoi lanci (bellissimo quello del 56' sprecato incredibilmente dallo stesso Borja), Cuadrado ha iniziato a piroettare sulla destra (quando, bontà sua, Montella ha smesso di fare esperimenti e lo ha restituito alla sua zolla preferita). Insomma, quando è entrato Borja la Fiorentina si è sentita protetta, accudita, coccolata. Proprio come fa di solito una badante. Certo la Fiorentina non avrebbe l'età per essere sostenuta ed assistita, ma tant'è... E non sappiamo se ci siamo fatti condizionare da quel meraviglioso striscione che campeggiava a Cluji: ("Nonno, stò giro te la scelgo io la badante"), oppure perche' la Romania e' la patria istituzionale delle badanti, fatto sta che Borja Valero è sembrato una volta di più la pezza d'appoggio ideale. Per tutti. E non è la prima volta: lo sappiamo, Borja è elemento imprescindibile, Borja ha giocato tutte le partite, a parte Neto è il giocatore più utilizzato da Montella. Addirittura quando c'è Borja gioca meglio anche Pizarro. E poi, come recita la scritta sulla maglietta? "Keep calm and pass to Borja". Più chiaro di così... Quando poi Montella cede alla tentazione di farne a meno (per necessità, non certo per convinzione), l'aeroplanino è costretto a tornare velocemente sui suoi passi. Successe a Dnipro, Borja entra al 54' sullo 0-1 ed offre l'assist decisivo per il 2-1 di Ambrosini. E' successo contro il Pandurii, con la sublimazione del gol decisivo.
GLI MANCA(VA) SOLO IL GOL - Eh già, come si dice? "A tutti i poeti manca un verso". Che Borja Valero sia un'artista, un poeta del pallone è indubbio, che gli mancasse un verso (cioè il gol) lo era altrettanto. E non lo diciamo noi, lo ammetteva lui stesso rammaricandosi per la poca freddezza sotto rete. Lo "bacchettava" simpaticamente Montella spronandolo così a far meglio, ad acquisire un fondamentale che (a certi livelli) non può mancare. Detto, fatto. La scorsa stagione Borja si fermò a due sole reti (a San Siro col Milan, in coppa Italia con l'Udinese), quest'anno è già a tre (Cagliari e Milan in campionato, Pandurii in coppa). E siamo solo ad un terzo del cammino. Certo Borja non sarà mai un goleador, il "killer istinct" è come il coraggio di Don Abbondio (o uno ce l'ha, oppure non se lo può dare...) però un bottino di sei-sette reti tra coppe e campionato sarebbe già sufficiente. Per vincere l'Europa League, per coronare un sogno: andare finalmente in nazionale. E l'anno prossimo ci sono i mondiali, hai visto mai...