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JOAQUIN, UN GOL A PASSO DI FLAMENçO

di Stefano Borgi

Sarà per il nome, simile a Joaquin Cortès (ricordate? Il noto ballerino di Flamenço). Sarà per la stessa provenienza andalusa (il Flamenço nasce proprio in Andalusia), o più probabilmente per il gol contro il Pandurii, realizzato a passo di danza. A passo di Flamenço... appunto. E poi l'esultanza che simula un torero, la massima espressione del costume spagnolo. L'esterno viola prende palla sulla tre quarti, salta il primo, salta il secondo avversario, salta anche il portiere e sblocca il risultato. Uno slalom che (mettiamoci anche un pò d'Italia) ha ricordato il miglior Tomba. Differenze col Joaquin ballerino? Innanzitutto il cognome (Sanchez e non Cortès), l'anagrafe (12 anni di differenza a favore del calciatore), e l'appeal sul sesso femminile. Beh, difficile competere visto che il "gitano" è considerato un vero e proprio sex-symbol. Ma tant'è, sono dettagli. L'importante è che il Joaquin calciatore entri finalmente nella parte, torni ad essere mister 60 milioni di euro (nel 2005 il ragazzo, allora al Betis, godeva di una clausola rescissoria di 120 miliardi di lire), oppure qualcosa di molto vicino... Compatibilmente con l'età. Eh già, perchè Joaquin (32 anni compiuti) fin qui aveva assai deluso, quantomeno fino alle 16,33 di domenica scorsa. Fino a quando, cioè, Borja Valero lo vede con la coda dell'occhio, lo serve, e lui con freddezza e precisione batte Buffon per l'incredibile gol del 3-2. La corsa liberatoria verso la Fiesole è un condensato di rabbia, gioia, rivincita sulle prime critiche piovute. Non vere e proprie accuse, bensì brusii tipici di una platea scontenta e insoddisfatta. Stasera si replica, stavolta sotto la Ferrovia, contro un avversario (va detto) certamente inferiore. Però un gol è sempre un gol, sopratutto se realizzato danzando tra le linee, ancheggiando tra i difensori. "Scherzando” il portiere con naturalezza, semplicità. Mancavano le nacchere, un vestito a pois, un ventaglio... qualcuno provveda.

LE BATTUTE DI MONTELLA – Nel post partita è arrivata anche l'investitura di Montella. Joaquin ha segnato, ha divertito, ma ha fatto anche altro: ha dimostrato di essere un valida alternativa tattica, oltre che tecnica. Con lui il 4-3-3 è più facile, sopratutto se Cuadrado è disposto a spostarsi sulla fascia opposta. Il 3-5-2, invece, lo vedrebbe seconda punta come fece a Milano contro l'Inter. In quell'occasione lo spagnolo sbagliò un paio di gol non da lui, però si prese il rigore dell'1-0, insomma... produsse una prova di spessore. Montella si è spinto anche più in là, ha detto che Joaquin ha numeri eccezionali, lo ha “bacchettato” dicendo che gli spagnoli si allenano...giocando. In allenamento? Passeggiano. Risata d'obbligo, e tutto finisce lì. L'impressione, però, è che Montella punti deciso su Joaquin, lo consideri un titolare aggiunto (del resto il pedegree parla per lui: 51 presenze nella nazionale spagnola ed un trasferimento al Barcellona, qualche anno fa, che sembrava cosa fatta), e per questo lo pungoli, lo stimoli. In attesa di passare dalla tarantella al Flamenço...