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MENO MALE CHE C'E' GONZALO...

di Stefano Borgi

Non sappiamo se Neto gli abbia regalato una bottiglia di Vodka, oppure un pò di tabacco. Magari chessò... una matrioska, piuttosto che un oggetto in legno tipico dei Carpazi. Qualcosa Neto gli deve aver comunque regalato. Ma ci pensate se, a pochi minuti dal fischio d'inizio, non fosse intervenuto Gonzalo? Se sull'ennesima incertezza del numero uno brasiliano (non la chiamiamo "papera" perchè la palla non è entrata, sennò...) non ci avesse pensato Gonzalo con una scivolata d'autore? E ancora: se pronti via la Fiorentina fosse andata sotto di un gol, come sarebbe finita? Una squadra già stressata psicologicamente dalla scoppola di Milano, dalla beffa casalinga col Parma, che prende gol sull'ennesimo errore del suo portiere... dopo soli 5 minuti. Secondo voi, come sarebbe finita? E invece ci ha pensato Gonzalo: cross dalla destra, Neto, il buon Neto, l'improvvido Neto va sul pallone "sporcato" da una pozzanghera con la sfera che cambia direzione e va verso la porta. Qualcuno può dire... sfortuna, casualità, che c'entra Neto se la palla cambia direzione? Apriamo una parentesi: abbiamo la fortuna di commentare la partita su una radio locale con un esperto del settore, Giuliano Sarti, che ha così commentato: "Benedetto ragazzo, non si va così sulla palla. Col terreno in certe condizioni sul pallone si va con tutto il corpo, per offrire maggiore protezione. Anche se quest'ultimo cambia direzione. E non con le mani in presa bassa, come se ci fosse il terreno asciutto... Benedetto ragazzo". Non sappiamo se vi abbiamo reso l'idea, ma lo dice Giuliano Sarti, non lo diciamo noi. Il succo è che Neto aveva sbagliato. Ancora una volta. E solo una prodezza difensiva di Gonzalo lo ha salvato. Va detto (per onestà) che, a metà primo tempo, lo stesso Norberto Murara aveva salvato il risultato su un fendente di Seleznyov, gettandosi a terra come un gatto. Ma benedetto ragazzo (facciamo nostra l'esclamazione di Giuliano), siamo sempre alle solite: una papera e una prodezza, una calda e una fredda. La sensazione che finalmente sia la volta buona, poi la caduta che ci fa tornare indietro. Che ci fa dire: "Ci vuole un portiere, altrimenti non andiamo da nessuna parte". Ma tant'è, fino a gennaio è così. Nella speranza di essere smentiti.

GONZALO GOLEADOR - Ci siamo dilungati, ma il nostro obiettivo non era Neto. Bensì Gonzalo Rodriguez. La sua storia la sapete: argentino di Buenos Aires, cresciuto nel San Lorenzo (la squadra di Papa Francesco), ex-Villareal. Arrivato a Firenze a ruota di Borja Valero. Poi, in punta di piedi, Gonzalo ha cominciato a ritagliarsi una bella fetta di consenso. A suon di reti. Ma come? Un difensore centrale diventa famoso con i gol? E' ciò che ha fatto Gonzalo: l'anno scorso 35 presenze in campionato e 6 reti. Quest'anno è già a quota tre (2 in coppa + 1 in campionato, proprio lunedì contro il Parma). In più Gonzalo è implacabile sui rigori: due la scorsa stagione (Palermo e Torino), un altro poche ore fa contro il Dnipro. Dimostrazione di freddezza, carattere, personalità, proprio quello che serve alla Fiorentina. A livello difensivo i pareri sono discordi: Gonzalo appare un libero vecchio stampo, qualcuno lo paragona a Beckenbauer per la capacità di impostare, di proporre l'azione. Ieri, ad esempio: l'iniziativa di Borja Valero per il raddoppio di Ambrosini nasce da un'apertura illuminante di Gonzalo. Qualche magagna in copertura, segnatamente sul gioco aereo. E' rimasto impresso il gol subìto con la Roma il 4 maggio scorso, quando Osvaldo lo ha sovrastato regalando i tre punti ai giallorossi. Oppure l'esempio più recente, col Parma in occasione del pareggio di Gobbi: l'argentino rincula, viene pressato dagli avversari, e non ha la forza, la malizia per fare a sportellate con gli attaccanti ducali. Che dire, nessuno è perfetto. Potremmo dire che Gonzalo troverebbe la giusta sintesi con accanto un difensore forte sulle palle alte. Una sorta di riedizione della coppia Padalino-Amoruso. Però... a noi Gonzalo piace già così. La Fiorentina sta per rinnovargli il contratto, la sua immagine, la pulizia di calcio e di vita lo rendono funzionale al progetto Fiorentina. E da ieri, ne siamo certi, piace tantissimo anche a Neto.