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UNA SQUADRA IN GRIGIO... COME LA MAGLIA

di Stefano Borgi

Per assurdo l'emozione più grande è stato il gol di Donadel, in Verona-Genoa. Per il resto, calma piatta. Caro, vecchio "Dona", uno che per la Fiorentina ha dato tutto. Poi il gol di Candreva, al 92' di Lazio-Parma. Ducali rintuzzati e quarto posto più sicuro. Tracce di Fiorentina? Nessuna, o quasi. Certo l'incrocio dei pali di Marassi trema ancora, la punizione di Vargas è stata devastante, rasentava la perfezione. Ma attenzione, non è un'azione da gol... E' un'occasione da gol. Che è diverso. Un pò di numeri prego: la Fiorentina ha realizzato un gol nelle ultime quattro partite, Europa League compresa. Trattasi del gol di Joaquin contro il Napoli, una rete segnata dall'area piccola del portiere. Prima ancora lo 0-1 contro la Juventus in coppa, poi lo 0-2 contro il Milan, rigorosamente senza mai tirare in porta. Adesso lo 0-0 di Marassi, ancora senza conclusioni verso la rete avversaria, eccezion fatta per la fucilata di Vargas su calcio da fermo. Insomma, la Fiorentina non produce, non crea, non tira in porta. Sopratutto la Fiorentina non segna, nemmeno se messa da sola davanti alla porta. Certo fa risultato (quantomeno resta a galla) ma è una magra consolazione. E poi una sterilità preoccupante, a quattro partite dal 3 maggio (data della finale di Tim Cup), ad otto dalla fine del campionato. Udinese, Verona, Roma e Bologna... a chi interessano? Con quale spirito verranno affrontate? Oppure si arriva al fatidico appuntamento dopo un mese di allenamenti senza l'impegno agonistico? Perchè questo è il timore, quattro amichevoli da disputare in attesa della finale. Come ci arriva la Fiorentina?

LA SQUADRA IN GRIGIO - Diciamo la verità: è una Fiorentina che non sa più divertirsi, che non gode più nel giocare a calcio. Certo, la classifica le da ancora ragione: quarto posto, finale di coppa Italia, un pareggio fuori casa che fa media inglese. E poi Neto che migliora ogni giorno di più, Mati Fernandez si conferma da Fiorentina, addirittura Diakitè che da centrale difensivo impone una riflessione. Chi conosce bene la Fiorentina, però, non può essere soddisfatto: questa è una squadra in grigio, triste, compassata. Sopratutto sterile, con l'attacco spuntato. Prendete il caso di oggi: Ilicic, Wolski, Matri, chi erano costoro? Quando mai si sono visti, chi ricorda una loro azione degna di nota? La Fiorentina, oggi, è una squadra che fa il compitino, lontana anni luce dalla squadra scintillante dell'anno scorso, piuttosto che di quest'inizio stagione. Una Fiorentina in grigio, come la maglia. Altro tema, chi crede al condizionamento positivo di un simbolo? Vi rispondiamo subito... Noi ci crediamo, eccome! Volete mettere scendere in campo con la casacca viola, con i pantaloncini viola, con i calzettoni viola? Non c'è paragone: subentra lo spirito d'appartenenza, l'orgoglio di vestire un colore, del proprio club, della società per la quale ti alleni, soffri, gioisci... Insomma, la maglia viola come valore aggiunto, sopratutto nei momenti di difficoltà. E invece, undici ragazzotti che vestono un completo grigio, anonimo, appena edulcorato dal colletto e dalle rifiniture viola... Non poteva che sortirne una prestazione grigia. Grigia come la squadra, grigia come la maglia. Però c'è ancora tempo per invertire la tendenza, già da domenica prossima contro l'Udinese di Guidolin. Altrimenti il destino delle prossime quattro partite è segnato. Ed il 3 maggio, ahimè, è ancora lontano...