Caso scommesse, scoperto sistema e presunti vertici dell'organizzazione
L’edizione odierna de la Repubblica torna sul caso scommesse che due anni fa ha coinvolto tra gli altri Nicolò Fagioli, e scrive che gli investigatori sono riusciti a ricostruire il sistema e a risalire ai presunti vertici dell’organizzazione. Nei giorni scorsi è scattato l’obbligo di firma per Stefano Larica e Michela Tartaglione, ex gestori del centro scommesse Eurobet di via Torino 35, a Trofarello.
Gli investigatori hanno scoperto un sistema parallelo di raccolta e gestione di scommesse non autorizzate, basato su sofisticati software, link dedicati, spazi virtuali ma anche una serie di mediatori che facevano da tramite fra i vertici e gli scommettitori, tra cui Fagioli.
L’organizzazione aveva una struttura a piramide, che creava e gestiva piattaforme come “betart.bet”, “special.bet” e “crazy-bet”. Dove i membri della banda riuscivano a gestire puntate e profitti milionari, aprendo linee di credito e fidi per anticipare i soldi a chi voleva scommettere anche 20mila euro per volta. Per comunicare fra loro usavano chat criptate, nickname e sistemi di cifratura avanzati per garantire la segretezza delle conversazioni e non farsi rintracciare dagli investigatori.