Da partente certo a titolare inamovibile: la rinascita di Parisi
Da (quasi) separato in casa a pilastro della fascia sinistra. La stagione di Fabiano Parisi è la fotografia perfetta di come, nel calcio, le gerarchie possano ribaltarsi nel giro di pochi mesi.
Sembra passato molto più tempo, ma era soltanto agosto quando il nome del terzino classe 2000 finiva stabilmente al centro di numerose voci di mercato. Sul tavolo c’erano questi possibili scenari: un prestito per dare maggiore spazio alla promozione di Niccolò Fortini oppure una cessione a titolo definitivo, preceduta, nelle intenzioni della dirigenza viola, da un rinnovo annuale utile a rafforzare la posizione del club in caso di trattativa. Il rinnovo, alla fine, è arrivato con il giocatore viola che ha prolungato il proprio contratto fino a giugno 2029. A non concretizzarsi, invece, è stata la cessione, portando così a una permanenza che, almeno inizialmente, è stata tutt'altro che facile per l’ex Empoli, anche alla luce del limitato entusiasmo mostrato dall’allora tecnico Stefano Pioli nel corso della preparazione estiva. Sensazioni che non sono cambiate neanche nella prima parte della stagione. Con Stefano Pioli in panchina, infatti, il giovane terzino viola ha collezionato appena 6 presenze, di cui solo 3 da titolare, venendo relegato in panchina 9 volte (di cui una anche dall'allenatore della primavera Galloppa, in panchina nella sfida di Conference contro il Mainz) e giocando solo 211 minuti.
Con l'arrivo di Vanoli sulla panchina viola lo scenario è cambiato radicalmente, anche a causa dell’infortunio di Gosens, riportato dal laterale tedesco nel match di San Siro contro l’Inter. Da quel momento, infatti, per il terzino classe 2000 si sono aperte ottime possibilità di mettersi in mostra, opportunità che, a parte qualche iniziale passo falso, ha ampiamente sfruttato nelle sue 8 presenze (495 i minuti giocati, 6 titolarità, una sola panchina), convincendo e sorprendendo nel pareggio casalingo ottenuto contro la Juventus per 2-2, nella vittoria in Conference conquistata contro la Dinamo Kyev per 1-1, ma soprattutto nel roboante trionfo ottenuto questo fine settimana contro l'Udinese per 5-1, risultato che ha decretato la prima vittoria in campionato per la squadra viola.
Quella contro la squadra di Runjaic è stata senza ombra di dubbio per Parisi la migliore prestazione stagionale in viola, arrivata grazie alla caparbietà, al coraggio e alle caratteristiche tecniche di velocità e dribbling del terzino viola, ma anche grazie all'invenzione trovata da mister Vanoli nella gara più importante della sua gestione, sia per il proseguo del campionato viola della sua carriera. Il classe 2000 ha infatti agito come esterno di destra, occupandosi prettamente di compiti offensivi e dialogando perfettamente con Dodo, con il brasiliano che ha agito maggiormente come quarto di difesa. Una nuova catena di destra che ha colto impreparati i difensori bianconeri e che ha aperto le strade a molto incursioni viola, propiziando almeno 4 gol con l'assist dello stesso Parisi per Gudmundsson, in occasione del 2-0, il passaggio di Dodo per Fagioli che ha portato al gol di Ndour per il 3-0, il palo trovato dal terzino italiano, che poi ha portato al tap-in di Kean per il 4-0 e infine l'assist del terzino brasiliano per il definitivo 5-1 di Kean.
La Fiorentina ha a disposizione una nuova arma e dei giocatori ritrovati, che si sono messi in gioco e che sono tornati a trovarsi alla perfezione. Ovvio, "una rondine non fa primavera", ma questo nuovo assetto e questa nuova catena sono già dei segnali che possono fare bene alla Fiorentina, agli stessi terzini ma soprattutto a Parisi, un giocatore che sembrava essere già con le valigie in mano, ma che finalmente, con caparbietà e tanto lavoro, sembra aver trovato il suo posto in questa nuova Fiorentina targata mister Vanoli.