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DIFESA, Che numeri dal cambio modulo. E i precedenti...

di Niccolò Righi

Nonostante le due sconfitte subite in rapida successione contro Bologna e Udinese abbiano raffreddato l’entusiasmo di una città che fino a due settimane fa si lasciava trasportare dai sogni più proibiti, l’avvio di campionato della Fiorentina resta comunque straordinario e meritevole di tutti gli encomi possibili. La squadra di Palladino viaggia ad una media quasi 2 punti a partita e in queste 16 gare di campionato già disputate si è resa protagonista di una striscia di 10 risultati utili consecutivi di cui 8 vittorie. La formula di questo successo sta soprattutto nella difesa che, rispetto allo scorso anno, ha avuto la bravura e la forza di mutare completamente faccia. Lo ha ammesso anche uno dei leader della squadra, il brasiliano Dodô, che proprio nel post partita di Torino-Fiorentina, gara vinta per 0-1 dai viola grazie ad una solidissima prova della retroguardia, disse: “La fase difensiva è cambiata tanto. Ci stiamo dando una mano l'uno con l'altro e in queste partite difficili si vede. Per fare gol bisogna essere impeccabili anche noi difensori". Una frase che sembra mettersi alle spalle il concetto di “difendere bene, attaccare benissimo” con cui si era presentato a Firenze Vincenzo Italiano ormai tre anni fa e che ha introdotto una nuova filosofia tattica messa a punto da Raffaele Palladino, che si può riassumere con il motto “attaccare bene, difendere benissimo”. Non è un caso dunque che il valore del reparto difensivo gigliato sia il più alto dell’intera rosa (dati transfermarket).

Fattore De Gea - Anche perché laddove non arrivano Ranieri e compagni, spesso ci pensa David De Gea a mettere una pezza importante. Se la Fiorentina da inizio anno ha subito soltanto 13 reti (seconda difesa del campionato assieme alla Juventus alle spalle del Napoli) il merito va dato anche al portierone spagnolo, che all’alba dei suoi 34 anni sta dando prova di quanto ‘il calcio che conta’ si sia dimenticato troppo velocemente le sue straordinarie qualità. L’estremo difensore ex United, nonostante i 14 mesi vissuti da spettatore, è il portiere la percentuale di parate (80%) tra le più alte d’Europa, alcune delle quali assolutamente provvidenziali, come il doppio rigore parato contro il Milan prima a Theo Hernandez e poi ad Abraham, la prova straordinaria messa in mostra nel corso dei 90 minuti contro la Puskas Akademia che ha permesso alla squadra di raggiungere il girone di Conference, il doppio miracolo contro il Como e chi più ne ha più ne metta.

Cambio modulo - Meriti però che, come detto, vanno dati anche a Palladino, soprattutto per l’umiltà mostrata nel corso del match contro la Lazio. Il tecnico campano era arrivato questa estate da Monza forte di un 3-4-2-1 che aveva improntato nella squadra brianzola durante la propria gestione che gli era valso un discreto successo. Invece a Firenze la linea di difesa a tre utilizzata nel corso delle prime partite, con Pongracic centrale e Biraghi usato sul centro-sinistra, aveva mostrato diverse crepe e poca solidità. L’allenatore lo ha capito e, dando credito alla fama da non integralista che lo aveva accompagnato nel corso della nuova avventura in Toscana, ha avuto l’intelligenza di cambiare e il coraggio di fare scelte apparentemente impopolari. Cambio di modulo con difesa a 4, arretramento di Gosens, fuori l’acquisto più caro dell’estate Marin Pongracic e i due leader della precedente gestione - nonché capitano e vice - Biraghi e Quarta, promozione in pianta stabile di un classe 2005 che lo scorso anno in campionato aveva giocato appena 39 minuti. Da quel momento, dall’intervallo di Fiorentina-Lazio, la squadra è rinata e ha messo su numeri difensivi spaventosi.

Numeri - Come detto, la Fiorentina al momento è la seconda miglior difesa della Serie A con 13 reti subite. Come la Juventus e appena dietro al Napoli, che di gol ne ha subiti uno in meno. Il dato che più di tutti balza all’occhio è la capacità della squadra di mantenere la propria solidità nei momenti decisivi di partita. La difesa viola resta infatti l’unica dei top 5 campionati europei a non aver concesso ancora una singola rete nel corso dell’ultima mezz’ora di gioco, quella in cui solitamente - complici anche i 5 cambi - rivoluziona le partite. Ma non solo, aggiungiamoci poi che da inizio la squadra nell’ultimo terzo di partita ha concesso appena 3 xG agli avversari, il dato più basso della Serie A.

Precedenti ultime 5 stagioni - Dall’arrivo di Rocco Commisso nel 2019, mai la Fiorentina si era dimostrata così solida dopo 16 gare, passando dalle 24 reti subite dall’accoppiata Montella-Iachini, alle 18 di Italiano un anno fa. L’anno scorso i clean sheet in campionato furono otto nel corso di tutta la stagione, quest’anno siamo già a sette, di cui quattro in trasferta. Non succedeva da 17 anni che la Fiorentina non subisse gol lontano dal Franchi per così tante volte, più precisamente dalla stagione 2007/08 (0-3 con il Livorno, 0-0 col Genoa, 0-1 con la Lazio e 0-0 con la Reggina). All'epoca il portiere era Seba Frey, in panchina sedeva  Cesare Prandelli e alla fine la squadra arrivò al quarto posto in Champions League. In generale, negli ultimi cinque campionati, non è mai successo che un club che comparisse nella top 3 delle difese stagionali rimanesse fuori dai primi sei posti.


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