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KAYODE, La Fiorentina ha un jet in garage. Che fare?

di Alessandro Di Nardo

C'era una volta un terzino capace di squarciare la Serie A sin dalla sua prima partita. Agosto 2023, Genoa-Fiorentina. Vincenzo Italiano sceglie a sorpresa un diciannovenne la cui ultima partita tra i grandi risaliva a due anni prima, in Serie D, Caratese-Gozzano. Dal centro sportivo XXV Aprile di Carate Brianza (3mila posti) al Marassi di Genova, la carriera di Michael Kayode inizia da questo salto nel vuoto. Un bungee jumping con atterraggio morbido per un terzino che, sin da subito, ha dimostrato di essere strutturato - soprattutto fisicamente - per gli alti livelli. L'annata da rookie si è conclusa con la delusione di Atene ma con tanta esperienza accumulata (37 gare tra campionato e coppe con una rete, alla Lazio, nel febbraio scorso). L'alternanza con Dodo (e l'amicizia che si crea tra i due, fratello maggiore-fratello minore, inseparabili anche fuori dal campo) sembra un asset su cui ricostruire la nuova Fiorentina. 

Poi arriva l'estate, Raffaele Palladino e il vento del mercato che soffia da oltre Manica: in Premier tutti lo vogliono, o così sembra. Già nel finale di stagione al Franchi sono avvistati emissari dell'Arsenal, poi a luglio si fanno sotto Newcastle, Aston Villa e Tottenham. La società viola erge un muro e mette un prezzo: 30 milioni per sedersi a parlare. Nessun club di Premier arriva vicino a quella cifra e quindi 'Re Kayo' rimane a Firenze. E lo fa con le migliori intenzioni. Lui, da sempre legato al mondo viola che lo ha accudito e lanciato, si sente un fiorentino adottato. L'autunno però spazza via tutte le certezze dei primi dodici mesi tra i grandi: l'anno da sophomore, come spesso accade, risulta più complicato del previsto per l'antica regola del 'riconfermarsi è sempre più difficile di affermarsi'. 

Ma i problemi che sta riscontrando Kayode in questa stagione vanno ben oltre la fisiologica fine della 'luna di miele' iniziale: fino a metà dicembre il numero trentatré aveva giocato in campionato solo nel 'garbage time' - 34 minuti in 15 giornate -, costretto a essere una comparsa del weekend e protagonista nei giovedì sera a giro per le periferie d'Europa. Per strappare una presenza da titolare in Serie A ha dovuto aspettare il 23 dicembre - l'anno scorso, di questo periodo, ne aveva già giocate 9 dal primo minuto - e la squalifica di Dodo. Il grosso problema di Kayode è proprio lui, il fratellone col numero due sulle spalle. Per parafrasare un noto slogan pubblicitario, a Palladino puoi togliere tutto ma non il suo Dodo: il brasiliano è il primo motore immobile della sua Fiorentina, l'elemento imprescindibile per eccellenza, il regista difensivo su cui si appoggia quasi sempre la manovra. Per questo, mettendola in controluce con le prestazioni della freccia platinata, la gara giocata contro l'Udinese da Kayode sembra più modesta di quanto non lo sia stata davvero. La realtà è che in un anno è cambiato tutto nel mondo Fiorentina e la rivoluzione palladiniana ha portato nuove richieste per il terzino destro, compiti che calzano a pennello con le caratteristiche di Dodo, un po' meno con quelle del classe 2004. 

Kayode ha davanti altri mesi da supplente di un calciatore che, se sano, di minuti ne salterà davvero pochi. Per questo la società e lo stesso Kayode si interrogano sul futuro: lo faranno anche a gennaio, quando un'eventuale ritorno di fiamma dall'Inghilterra (il ragazzo continua a piacere a diversi club di Premier, ma anche in Serie A ha mercato) potrebbe portare a decisioni diverse rispetto a quelle fatte in estate. Di sicuro, è cambiato il prezzo: il muro dei trenta milioni si è abbassato (forse dimezzato), a causa del poco spazio concesso. E la Fiorentina potrebbe decidere di non tenere in 'garage' un potenziale pezzo pregiato, ma fare cassa per investire su altro.