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Tra Kean & co. non c’è chimica, il Corriere dello Sport: "L'attacco vale 11 mln ogni gol"

di Redazione FV

Il Corriere dello Sport fa il punto sull'attacco della Fiorentina. Albert Gudmundsson, Edin Dzeko, Moise Kean, Roberto Piccoli. Un quartetto che, sulla carta, aveva tutto: classe, esperienza, potenza, atletismo. Un poker d'assi dal valore di cento milioni (se pensiamo alle valutazioni di mercato fatte qualche mese fa, con tanto di clausola di 62 milioni per Kean). Quattro uomini per due maglie, anche se a luglio i primi esperimenti di Stefano Pioli lasciavano intendere che nel suo undici ideale ci sarebbe stato spazio per tre di loro. Esperimenti naufragati già durante la tournée inglese, quando appariva già chiaro che, per come era stata pensata, questa Fiorentina non poteva reggere tre calciatori offensivi del genere, con in più uno Dzeko ancora lontano dai fasti del passato.

E quindi, dall'arrivo di Piccoli a fine agosto, sono state provate tutte le coppie: quella che ha avuto più continuità è stata quella dell'anno scorso, Moise Kean e Albert Gudmundsson, dodici gare insieme, cinque dal primo minuto, per un totale di 606 minuti tutt'altro che convincenti, con tre reti segnate dal duo italo-islandese. l tandem meno utilizzato è invece quello composto da Dzeko e Piccoli seguito da quello formato da Dzeko e Gud. Vanoli sta provando a dar continuità soprattutto a una coppia, quella formata da Moise Kean e Roberto Piccoli, titolari nelle ultime due gare di campionato. Il compito più difficile a livello tattico rimane creare un habitat offensivo ideale per due puri numeri nove, ingombranti anche come porzioni di campo occupate, che troppo spesso hanno dimostrato di pestarsi i piedi a vicenda.


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