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VIOLA, Vittoria epica. Squadra con identità

di Stefano Prizio

Cantami o diva del pelide Achille, così comincia l'Iliade di Omero. Io canto le armi e l'uomo che per primo dalle coste di Troia giunse in Italia, le fa eco l'Eneide di Virgilio. E ancora: L'uomo ricco di astuzie raccontami, o Musa, recita l'incipit dell'Odissea, ancora di Omero che narra il lungo peregrinare di Ulisse nel suo faticoso  ritorno alla natìa Itaca.  

L'avvincente partita di pallone che ha visto la Fiorentina prevalere sul Milan è stata una gara epica, dove gli eroici portatori del colore viola han dato spettacolo nell'arena di Campo di Marte per la gioia dei tifosi gigliati ed il comprensibile rammarico delle rade schiere della gente rossonera, giunta alle rive dell'Arno, convinte di sbaragliare i padroni di casa e costretti invece ad allontanarsi nell'ottobrina e salace notte fiorentina col classico palmo di naso. 

Sono il bello ed il brutto del giochino che tanto garba e tanto avvince, una volta a me, un'altra a te. Stavolta la gioia è toccata a noi, dopo un lungo peregrinare che somiglia al sofferto viaggio di ritorno di Odisseo verso l'agognato talamo della sua fedele sposa Penelope. Mesi di dubbi e timori ripagati da novantacinque minuti che ci ricorderemo per un bel pezzo a venire. 

Ecco, di questa sfida epica non cercate i cavilli, le piccole zone d'ombra, le ubbie, i 'si ma' che pur ci saranno come in ogni fatto di uomini e di sport. Ma godetevela! Pura, chiara e cristallina come una bevuta d'acqua di fonte montana dopo una camminata in salita. 

La Fiorentina stasera fa un piccolo passo in avanti in classifica. Ma ne fa uno lungo e importante in termini d'identità e fiducia e questo oltre ad aver divertito il suo pubblico e impressionato tutto quello italiano. 

Stasera al Franchi nasce una squadra, nasce un undici grondante identità. I giocatori viola sono e saranno presumibilmente questi anche nelle gare a venire. 

Potrà variare qualche posizione, ma uomini come De Gea, Adli, Kean, Gud, ma anche Comuzzo e  Ranieri, tutti capaci di sfoderar cotanta prova, sembra difficile immaginarli fuori squadra nelle partite a venire. Adesso è quindi il momento di godersi questi giovanotti gagliardi. Adesso è il momento di godersela, come diceva il poeta Orazio: nunc est bibendum, ora è il momento di brindare e bere. Prosit!