ACCARDI A RFV, A Firenze pubblico "rompiscatole"
Così a Radio FirenzeViola l'operatore di mercato Giuseppe Accardi sull'attualità relativa alla Fiorentina: “Io credo che gli ultimi cinque giorni il mercato sarà più caldo. È stata una sessione lenta, perché non ci sono soldi. Quindi gli ultimi colpi saranno quelli un po’ più roboanti, visto che gli allenatori cominceranno a capire cosa gli serve e cosa no”.
Che ne pensa del fatto che i viola, per bocca di Pradè, potrebbero non fare ulteriori acquisti?
"Io non credo a quello che dice Daniele, nonostante sia un amico. Perché semplicemente non può mettere in piazza le sue strategie. La situazione europea può aiutare, può dare quell’input per dare qualcosa in più. È la logica un po’ di tutte le squadre. Penso che ormai a Firenze siano abituati ad avere a che fare con una società che, giustamente, racconta poco in giro delle proprie mosse. E che ha costruito una squadra che nessuno fino ad oggi sperava di poter avere”.
Le sta piacendo il lavoro del club?
“Sì perché questa società vuole creare e non solo fare cassa. Vuol fare in modo che in qualche anno questa squadra possa lottare per qualcosa di importante”.
Quanto vantaggio ha la Fiorentina rispetto alle altre squadre?
“Il vero vantaggio viola è di avere un consolidamento di quanto iniziato con Italiano di cui io sono fan. Perché lavora e ha coraggio, senza abbattersi nei momenti difficili. L’ho visto lavorare a Trapani molte volte: il suo atteggiamento non è mai cambiato adesso che è in Serie A. Alla fine del campionato ti riesce a far guadagnare quei punti in più determinanti”.
Da chi si aspetta qualcosa in più e quale può essere la rivelazione?
“Per me chi può fare davvero bene è Mandragora. Anche se gli altri giocatori possono riuscire a creare qualcosa di importante”.
Che voto dà al mercato della Fiorentina, ad oggi?
“7,5”.
E la Champions è possibile?
“Sì, ma non bisogna sussurrarlo. Una piazza come Firenze può creare qualcosa di importante con il lavoro. Spesso ci dimentichiamo i numeri: le big ne hanno di totalmente diversi da realtà come Firenze o Bergamo. Anche a livello di fatturati. Se si inizia a pretendere gli obiettivi importanti, poi si possono raggiungere. Il pubblico fiorentino, poi, è molto “rompiscatole” (ride, ndr). Il grande dramma di Firenze è che c’è Coverciano, quindi si dà per scontato che il calcio è stato inventato a Firenze ma non è così, ormai è globale”.
Si aspetta qualche colpo a sorpresa da qui alla fine del mercato?
“Di colpi a sorpresa me ne aspetto pochi. Non ci sono soldi. Forse Juve e Inter qualcosa faranno, ma niente di particolare”.