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D'AGOSTINO A RFV, Non mi capì Corvino. Italiano...

di Redazione FV

Gaetano D'Agostino, ex centrocampista della Fiorentina ora allenatore, ha parlato oggi nel pomeriggio di 'Palla al Centro' su Radio Firenzeviola cominciando dai tanti giocatori cambiati da Italiano: "Quando un allenatore ruota così tanto significa che nessuno dà garanzie. Lui lo fa per sperare che qualcuno si sblocchi. Il problema è lì davanti, è evidente: gli attaccanti soprattutto nel calcio moderno fanno la differenza e nascondono le insicurezze. Questo sta vivendo la Fiorentina: il dopo Vlahovic ha creato incertezze e un vuoto perché vedo una squadra che quando va in vantaggio ha paura. E non mi torna conoscendo Italiano".

Come si esce da questa situazione?
"Cercando di fare più punti possibili da qui a gennaio e poi comprando una punta di valore. Cabral resta ancora una scommessa, Jovic è più una seconda punta. Secondo me Cabral è più da Spagna che da Serie A, Jovic lo vedrei bene in un 4-3-1-2, non è una punta di razza. Io interverrei sul mercato, è normale che le punte che segnano costano". 

E del centrocampo che ci dice?
"Che Amrabat e Mandragora dovrebbero giocare insieme nel mezzo. Hanno caratteristiche non da regista come per esempio Jorginho, non verticalizzano anche se sono forti nell'interdizione e nella fisicità".

Firenze forse non l'ha capita?
"Non mi ha capito Corvino, non Firenze. Quell'anno si era sparsa la voce che io non stavo bene ed ero il centrocampista più prolifico, in una stagione complicata per tutta la squadra che aveva chiuso un ciclo. Tra chi non voleva restare e Mutu che andava da tutte le parti, alla fine ci ho rimesso io che volevo rimanere. Ma quell'esperienza me la porto sempre nel cuore: si era subito creata empatia con l'ambiente e questo vale più di tutto".

Un aneddotto sulla sua esperienza in viola.
"Quando sono andato a Siena io sono rimasto a vivere a Firenze e i tifosi del Siena me lo dicevano sempre. Ma io ero molto legato a Firenze e non me ne sarei mai andato, anche contro i tifosi bianconeri".

L'attacco viola?
"Kouame mi ricorda un po' Lasagna: corre troppo per poter essere lucido davanti alla porta. Alla Fiorentina serve un attaccante da 15-20 gol".

Manca Torreira alla Fiorentina?
"Tantissimo. Io quest'operazione non l'ho capita e ricorda il mio addio. Era il Lobotka della Fiorentina, un giocatore con caratteristiche uniche. Se Torreira voleva qualcosa in più io glielo avrei dato se mi portava così tanto in campo".