Desolati: "In campo manca il dialogo. Fischi? Ecco come la penso"
Fonte: Intervista a cura di Luca Calamai
Claudio Desolati, ex attaccante viola, è stato il terzo ospite intervenuto al margine di una festa organizzata dalla società dilettantistica Impruneta Tavarnuzze nella quale erano presenti, tra gli altri, molti ex giocatori viola. Ecco le sue parole ai microfoni di Radio FirenzeViola: "E' un po' di tempo che dico certe cose. Avendo fatto il calciatore ho visto certe cose durante la partita che non mi sono piaciute. Di conseguenza arrivano questi risultati. In campo i giocatori corrono ma manca il dialogo. Nel calcio si gioca in 11 e il compagno va aiutato. Abbiamo un grande campione come Kean ma gli vengono servite poche palle. Avessi avuto un compagno come lui gli avrei fatto fare 3 gol a partita. Ha grinta, ha forza, ha tante di quelle cose. Non so se fanno finta di non vederlo. Il pallone in generale viene dato troppo tardi"
Contro il Sassuolo c’è stato un brutto siparietto sul rigore. Può essere il segnale di un gruppo poco unito?
"E' una cosa che non mi piace perché quando si tirano i rigori è l'allenatore che sceglie chi li batte. Ai miei tempi c’era Antognoni e batteva lui. Se non se la sentiva batteva il secondo. Sabato ho visto un siparietto che mi ha lasciato allibito. Non si possono veder certe cose durante la partita. Sono cose che per chi è stato calciatore rappresentano un problema".
Vanoli la convince? Cosa non ha funzionato con Pioli?
Per quanto riguarda Pioli era tanto che dicevo che c'era qualcosa che non funzionava perché non so quanto abbia parlato coi calciatori. I calciatori giocano ma non si parlano in campo e invece andrebbe fatto spesso. Il calcio è un gioco che è cambiato. Ai miei tempi c'erano i difensori, lo stopper, il libero, gli attaccanti. Trovavi più difficoltà a fare gol perché c'era lo stopper che ti stava incollato. Oggi, invece, specialmente gli attaccanti, ricevono la palla troppo in ritardo. Quando giocavo parlavo con i miei compagni, gli dicevo di crossare sul dischetto del rigore perché da centravanti potevo fare la finta e andare in quel punto lì. Oggi invece vedo che i cross vengono fatti così, pensando che tanto ci sarà qualcuno. Non esiste una cosa del genere perché così le palle vengono regalati agli avversari".
La Dinamo Kyev in Conference e il Verona sono due partite delicate.
"Sono due partite molto delicate. Ora sta ai giocatori tirare fuori la voglia. Soprattutto non possono rimanerci male se il tifoso li fischia. Fa parte del gioco. La gente viene allo stadio, paga e i giocatori sono costretti a dar loro quello che sanno fare. E' cambiato tutto. Ai miei tempi si parlava, eravamo tutti italiani. Poi dal pullman i giocatori non possono uscire con le cuffie, magari si parlano tramite quelle (ride, ndr). Solo che ciò succede anche in partita, c'è poco feeling, non si aiutano tra di loro. Il pallone non può essere perso, sennò gli avversari vanno in contropiede e si prende gol. La gente viene allo stadio per applaudire e vedere belle cose e i giocatori si lamentano dei fischi. Anche a me hanno fischiato ma io ho sempre pensato che facessero bene perché voleva dire che c'era qualcosa che non andava. Una partita può anche non andare ma non possono essere trovate le scusanti per il pubblico. Il pubblico va rispettato al massimo".