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DINI A RFV, L'AIA chiarisca sul VAR. Gli attaccanti...

di Redazione FV

L'avvocato e agente di mercato Giulio Dini ha parlato in esclusiva a Radio Firenzeviola durante la trasmissione "Palla al centro". Queste le sue parole: "Manca una punta che gioca in profondità e che vede la porta, caratteristiche che mancano sia a Jovic che a Cabral. Sono due giocatori che partono da lontano, addirittura su Jovic ci si chiede se può giocare centravanti o trequartista. Per me non ha la rapidità per giocare dietro la punta".

Prosegue: "Se al centravanti di questa Fiorentina richiedi la capacità di sfruttare con rapidità i palloni che arrivano in area, e ora ne arrivano di più, vanno fatte delle considerazioni. Jovic ieri era in vantaggio sui difensori, poi questi ultimi gli hanno recuperato sei metri: non va bene. Nico Gonzalez è stato infortunato troppo e ha avuto ricadute. Ha caratteristiche che quando sta bene mette in risalto. Jovic invece ha doti atletiche su cui nutro fortissimi dubbi, lo vedo troppo indietro nell'1 uno contro uno, nell'attaccare il primo palo e la profondità: non arrivano progressi sotto questo punto di vista, quantomeno fino a questo momento".

Un giudizio sulla Fiorentina e sui nuovi acquisti?
"L'inizio è stato strano, non me la sento di fare un saldo sugli innesti. Tutti possono aver subito condizionamenti per i loro motivi. Dodò veniva da una guerra, Gollini da un anno di inattività, Barak giocava in un ruolo diverso. Sugli attaccanti faccio valutazioni per caratteristiche. Cabral ha fatto la riserva a Jovic, non sono in grado di dire che ha deluso. ha giocato scampoli di partita e forse come media realizzativa ha garantito qualcosa in più. Dammi un attaccante della Salernitana, uno qualsiasi, ha sicuramente caratteristiche che ci mancano. Piatek? Aveva costi eccessivi lo scorso anno, ma è un giocatore che a Firenze non ha fatto male. Poi dipende cosa chiede l'allenatore".

Sugli episodi di ieri: "Non ci sono spiegazioni che mi hanno convinto. Sono scioccato dalla telecronaca di Dazn, ero esausto. Mio padre 48 anni fa mi portò a San Siro e la pressione ad oggi in quello stadio è la stessa, è un condizionamento continuo. Ieri sera ero sicuro che le cose non sarebbero andate per il verso giusto, ho visto troppi atteggiamenti e troppe situazioni discutibili. Inoltre non sopporto i "rimpalli" sul Var: l'arbito ha deciso e non può intervenire il Var. Però poi si è visto che il Var ha fatto un silent check. Si dovrebbe chiedere all'Aia che ha fatto diventare il Var una moviola in campo, sul perché ci sono applicazioni del regolamento diverse e a volte non si applica proprio. Il Var ha avuto tempo di valutare il contatto su Ikonè: è un grave errore, Tomori colpisce il francese e poi forse un briciolo di pallone".