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FANTINI A RFV, Belotti era utilissimo per Italiano

di Redazione FV

Enrico Fantini, ex attaccante della Fiorentina, ha parlato ai microfoni di Radio FirenzeViola per commentare l’attuale momento in casa gigliata, a partire dalle parole odierne di Luka Jovic: “Ultimamente si è fatto vedere un po’ di più con i gol. Ma mi dà l’idea che faccia il minimo indispensabile per sopravvivere. La Fiorentina necessita di qualcosa di più. Si spera che sia lui che Cabral si stiano sbloccando, magari definitivamente”. 

Prosegue su Jovic: “Io lascio perdere i gesti plateali come le mani all’orecchio, voglio vedere il campo. Un tifoso viola non può essere soddisfatto per due gol in Conference, c’è bisogno di qualcosa di diverso. Sia nell’atteggiamento del ragazzo, sia magari col mercato”. 

Avrebbe preso qualcun altro nel mercato estivo? 
“Belotti. Invece di mandarlo a Roma a fare panchina, poteva essere utilissimo per Italiano. È l’uomo perfetto, un combattente che sa fare gol. Ultimamente è poco in luce per problemi fisici, ma a Firenze avrebbe fatto le fortune della Fiorentina”. 

Cosa ne pensa di Kouame? 
“Già con Prandelli si provò a inserirlo nel progetto, ma non aveva ancora ben chiaro il suo ruolo. Lui si sente una prima punta, ma per me non lo è. rende ottimamente da esterno. Poi fa bene anche da prima punta, ma con i suoi scatti e le sue caratteristiche fa benissimo partendo dalla fascia, e si sta vedendo”. 

Secondo lei Gonzalez è con la testa al Mondiale? 
“Non penso. Un professionista va a fare il meglio possibile sempre, senza stare a guardare il futuro. Uno deve sempre pensare alla partita che verrà, penso che Gonzalez non stia pensando al Mondiale. È un bravissimo ragazzo e serio, penso che la testa ce l’abbia a Firenze”. 

Cosa si porta via la Fiorentina da La Spezia? 
“I tre punti. Poi sicuramente l’abitudine a giocare ogni tre giorni comporta un dispendio di energie altissimo. Venire via da La Spezia, dove loro non avevano mai perso, con una vittoria, è importantissimo. Il gruppo ci ha creduto fino all’ultimo, vuol dire che la squadra è viva e non si accontenta”.