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FIORINI A RFV, Anche tra i giovani c'è la Superlega

di Redazione FV

Il preparatore atletico Stefano Fiorini, per tanti anni anche nel settore giovanile viola e ultimo Presidente AIPAC ha parlato nel corso di Scanner a cura di Giulio Dini su Radio Firenzeviola. Queste le sue parole: "Il sistema calcio italiano è in crisi. L'aspetto più importante nel calcio è l'allenamento, ma di questo aspetto non si parla più. Quando io ho iniziato ci si confrontava tanto su quello da fare in allenamento, oggi è passato in secondo piano. L'allenamento è fondamentale: educare, trarre fuori il massimo dai ragazzi che vengono allenati deve essere la cosa più importante".

Sui settori giovanili e i campionati: "Noi abbiamo due problemi grossi: uno è l'abbandono precoce dei nostri ragazzi, c'è troppa selezione. L'altro problema è che il ragazzo non va più a giocare per divertirsi ma è sottoposto dall'età più giovane allo stress di fare il risultato. Questo non vuol dire che il risultato non conta, bisogna educarlo anche nell'importanza del risultato. Esso deve far parte nel processo di crescita del ragazzo. Oggi in tanti comitati regionali e campionati ci sono le retrocessioni e le promozioni, per la società è importante mantenere il campionato d'elite e basta. Questo è drammatico perché poi ne risentono i ragazzi , soprattutto quelli che hanno scarso minutaggio. Così non si dà possibilità di fare esperienze. Chi avrebbe possibilità di migliorare nel tempo non ne ha l'opportunità. Il fatto che ci siano le retrocessioni e le promozioni va a rafforzare le squadre più forti, è come una sorta di Superlega. Con il Covid si è perso il 30% dei tesserati. Abbiamo superato il Covid senza fare attenzione a questa conseguenza. L'annata 2004 secondo me in Italia sarà un anno drammatico, perché a causa del Covid non hanno avuto l'opportunità di esprimersi".

Si parla anche di lavoro differenziato per fasce d'età: "Più il ragazzo giovane più la proposta deve essere ampia, non specialistica. Ad un ragazzo di 13-14 anni non si può proporre la stessa cosa come se avesse 18 anni. Il problema è anche nella formazione dei tecnici e poi nella formulazione dei campionati. La proposta d'allenamento deve essere sempre di qualità: non ha senso fare per esempio il venerdì la parte tattica perché sennò i ragazzi si stancano in vista della partita. Questo va bene nelle prime squadre, ma no nei settori giovanili. Allenare le prime squadre o allenare le squadre giovanili non è la stessa cosa. Adesso i ragazzi sono uno strumento per il percorso dell'allenatore. Ho avuto di recente un incontro con Abodi che ha detto una sacrosanta verità: oggi il calcio si deve meritare i ragazzi, la sovrastruttura sportiva aveva tutti gli elementi per auto regolamentarsi, mentre adesso arrivano risorse da fuori".