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MERLO A RFV, Alluvione, il mio ricordo. Su Amrabat...

di Redazione FV

L'ex viola Claudio Merlo ha parlato durante la trasmissione Palla al centro di Radio Firenzeviola, commentando anche la vittoria di ieri per 3-0 contro l'RFS.

Quanto è migliorata la Fiorentina?
"La novità è che abbiamo vinto due gare di fila, adesso speriamo di vincerne altre con Samp e Salernitana. Italiano ha messo in campo i giocatori con il 4-2-3-1, che è il miglior modo di difendersi e non prendere le ripartenze. Serve una Fiorentina grintosa, qualità necessaria per vincere nel calcio. Poi certo, manca ancora l'uomo dell'ultimo passaggio. Meglio vincere giocando male che perdere giocando bene".

Jovic è l'uomo dell'ultimo passaggio?
"Lui o Barak, con quest'ultimo che giocava dietro la punta e che qui a Firenze ha fatto fino ad ora un altro ruolo che lo limita. Jovic ha classe, corre poco ma con la palla tra i piedi sa cosa fare. Vanno sfruttati questi due giocatori. Io non cambierei molto, punterei sempre su una formazione con loro due nel 4-2-3-1".

Su Amrabat: "Amrabat? Lo metterei davanti alla difesa insieme a Mandragora. Loro due servono per schermare le ripartenze. Una squadra forte poi ha un centrocampo forte, noi lì abbiamo dei buoni giocatori".

Vede margini per un 2023 positivo per i viola?
"Il campionato è lungo, c'è tempo per migliorare. Al rientro sarà un altro campionato e squadre come Juve e Milan ritroveranno tutti gli infortunati. Noi dobbiamo migliorare per forza, e nel ritorno faremo bene. La squadra deve imparare a difendere i vantaggi, cercando di evitare errori banali come i passaggi in orizzontale. La squadra è buona e se ingranano Barak e Jovic...".

Su Cabral: "Mi auguro cresca, è un attaccante da area di rigore e servirà anche il suo contributo. Jovic è più giocatore però".

Sull'alluvione 4 novembre 1966: "Brutti ricordi dell'alluvione, al mio risveglio vidi carabinieri con i gommoni, sembrava Venezia. Allo stadio portavano provviste in elicottero per chi era rimasto chiuso in casa. Il Franchi divenne un luogo di accoglienza, portavano tutto lì".


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