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TAVOLETTI A RFV, Ecco come affrontare l'aprile di fuoco

di Redazione FV

Ha parlato oggi ai microfoni di radio FirenzeViola Stefano Tavoletti, mental coach che ha tra i suoi clienti anche alcuni giocatori della Fiorentina: "Il mental coach è una figura sulla quale in Italia c'è ancora un po' di scetticismo, negli altri paesi è decisamente più utilizzata questa figura".

I giocatori sono aperti ma nello staff delle società non è previsto un mental coach. 
"Vedo staff di 20 persone, con 5/6 preparatori atletici ma non c'è un mental coach. Ho due giocatori della Fiorentina importanti e adesso stanno vedendo i risultati. Spesso l'allenatore dice "faccio io", ma ha mille cose da pensare, non può pensare anche ad allenare la mente dei giocatori". 

Chi è più aperto, l'allenatore giovane o anziano?
"Chiaramente l'allenatore giovane è molto più aperto rispetto a quello datato. I tecnici più anziani ragionano come ai loro tempi ma il calcio si evolve e bisogna adattarsi".

Qual è il percorso che si fa sulla testa di un giocatore che rientra da un infortunio importante come quello di Castrovilli?
"Quando c'è un infortunio grave il giocatore va in buca, bisogna allenare la mente. Io ho avuto Piccini e lavoravamo molto sulla concentrazione. La mente e il corpo sono collegati. Ho anche Leonardo Fabbri, lui sta lavorando mentalmente alle olimpiadi che saranno tra 2 anni. Un atleta deve lavorare con degli stimoli, sennò è in balia degli eventi".

La Fiorentina ad aprile gioca ogni 3 giorni, la mente non può resistere 100%, che consigli dà?
"Bisogna lavorare per step. La viola ha tre obiettivi: quello  lungo che è il fine stagione, quello medio che è la prossima partita e quello a breve che è l'allenamento. Questo è importante per non caricarsi di ansia. È più difficile con un calciatore rispetto che con un atleta. Un atleta ha la gara di pochi minuti, il calciatore di 90 minuti. È importantissimo placare la mente, come va avanti, rischia di creare ansia. Bisogna gestire anche l'errore che ci può essere. È importante per la Fiorentina fare passo per passo. Con Milenkovic stiamo pensando alla partita della Nazionale di stasera. Non si deve pensare oltre. Invece un calciatore pensa al passato e al futuro. 

Italiano è un allenatore cerca di coinvolgere tutti, dal punto di vista mentale è una cosa positiva o negativa?
"Io sono d'accordo con il tecnico, deve far sentire tutti importanti, ma la cosa fondamentale è l'empatia. Molte volte fa fatica l'allenatore ad entrare nella testa del calciatore, quando il tecnico ci riesce il giocatore gioca anche zoppo. Per questo dico che una figura di un mental coach è importante nello staff. A volte non si rende conto l'allenatore che magari mentre parla i giocatori non sono concentrati. è importante comunicare anche le scelte, "non ti faccio giocare per questo..." mentre ci sono allenatori chiusi e poi il giocatore entra in crisi". 

Ci sono allenatori seguiti da mental coach?
"Si, Pioli è stato seguito da un mental coach, io ho seguito Zenga,. Spesso però gli allenatori non lo dicono. C'è una grossa distinzione tra un mental coach e uno psicologo, lo psicologo va sulla causa, il mental coach sulla soluzione. Il mental coach è più un supporto. Ci sono comunque degli allenatori e calciatori che hanno paura del giudizio delle persone, perché sembrano deboli di fronte alle persone e non lo dicono".


Stefano Tavoletti a Radio Firenze Viola