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VENTURA A RFV, Ai viola manca qualche punto

di Redazione FV

Gian Piero Ventura, ex allenatore tra le altre della nazionale italiana e del Torino, è intervenuto ai microfoni di RadioFirenzeViola.it. Queste le sue parole: "Nel 2010 l’Italia uscì al primo giorno, idem al 2014. Inoltre, nel 2018 non ti qualifichi, una riflessione andava fatta molto prima rispetto alla partita contro la Macedonia. Sono anni che discutiamo sempre, ci vorrebbe una ristrutturazione e una consapevolezza sul fatto che andrebbe cambiato qualcosa”.

Da cosa ripartire?
“Nelle prime sette squadre italiane, tranne che Immobile, non c’è un attaccante italiano. Questa sarebbe una delle tante questioni da trattare. Bisogna chiederci come faccia un italiano a diventare un punto cardine della nazionale”.

Un giocatore per il futuro della nazionale?
“Il primo che viene in mente è Barella, ha avuto una crescita esponenziale nell’ultimo periodo. Quando sta bene è un giocatore importante”.

Sui giovani in Italia?
“Quello che succede in Italia da un lato è credibile. Quando feci esordire Bonucci mi diedero del pazzo. Il campionato italiano quando perdi tre o quattro partite l’allenatore viene messo in discussione, di conseguenza il mister si affida ai giocatori di maggiore esperienza per risalire la china. Bisogna dare il tempo ai giovani di crescere”.

Sulle squadre italiane in Europa?
“Si, c’è stato un cambio di mentalità. Prima si puntava a non prendere gol, adesso si va in giro per l’Europa con l’obiettivo di fare la partita. Oggi, l’organizzazione della squadra è fondamentale. L’esempio più lampante è il Napoli, che ha giocatori importanti ma che posseggono un’organizzazione solide alla base”.

Sulla Conference League?
“La Conference è sì l’ultima competizione europea, ma è sempre un torneo a livello europeo. La Fiorentina, com’è giusto che sia, deve puntare a livelli più alti con la crescita della società e della squadra”.

La Fiorentina ha sofferto i molti impegni?
“In questo campionato dov’è difficile recuperare, qualcosa la Fiorentina ha sbagliato. Rispetto a quelle ambizioni che c’erano all’inizio manca qualche punto all’appello. Dopo questa sosta ci sarà modo di fare la seconda parte di stagione da protagonista per la Fiorentina”.

Riguardo Jovic e Cabral?
“Il calcio non è fatto di figurine. Jovic e Cabral sono al primo anno in un campionato che non conoscevano. Dare giudizi nei primi 365 giorni di esperienza è sbagliato. Va dato il tempo ai giocatori di capire che il calcio italiano è diverso”.

Sulla questione Juventus?
“Danno d’immagine non solo per la Juventus ma per tutto il calcio italiano. Il fatto che la famiglia Agnelli abbia lasciato è una cosa epocale”.

La sua esperienza alla Pistoiese?
“A Pistoia ho iniziato a fare un certo tipo di calcio che mi ha dato l’opportunità di fare le esperienze che ho fatto. È stata un’esperienza straordinaria. Ho conosciuto persone che dal punto di vista umano mi hanno fatto capire molte cose”.


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Gian Piero Ventura intervistato da Vittoria Orlando e Niccolò Santi