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ABATE S. MINIATO, Perché il Franchi non va toccato

di Redazione FV

Bernardo Gianni, abate del monastero di San Miniato al Monte, sulle pagine di Repubblica dice la sua in merito alla questione stadio Franchi. Riportando alcune celebri citazioni che spiegano come una città sia fatta anche dagli edifici che la compongono, spiega come nella struttura ideata da Pierluigi Nervi, "ci è dato di riconoscere la cifra, la misura, la sostanza di una tradizione di bellezza che è stata destinata non solo alla nostra presente fruizione, ma anche a quella di chi in tempi futuri, non meno di noi, avrà il diritto di ammirare e la responsabilità di confrontarvisi. Nel numero 143 della Laudato si’ di papa Francesco si legge che «insieme al patrimonio naturale, vi è un patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente minacciato. È parte dell’identità comune di un luogo e base per costruire una città abitabile… Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale. Perciò l’ecologia richiede anche la cura delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più ampio». Da questa «cura», da questa premura credo fermamente debba lasciarsi ispirare ogni scelta a riguardo dei destini dell’area di Campo di Marte e della sua vocazione ricreativa e aggregativa, e sempre da entrambe, così come dalla lettera e dallo spirito dell’articolo 9 della nostra Costituzione, ci si augura sia ispirato l’imminente parere del Ministero dei Beni Culturali".