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BOVE, Il soccorritore: "Procedure eseguite alla lettera"

di Redazione FV

Presi dall'euforia del momento, domenica pomeriggio allo stadio, con Bove a terra colpito da malore, qualcuno ha avuto da ridire sul non intervento dell'ambulanza in campo. Questa la testimonianza fatta al Corriere Fiorentino da uno degli uomini che ha soccorso Bove: "Le procedure sono state seguite alla lettera: l’ambulanza non può entrare in campo perché affonderebbe e rimarrebbe impantanata. In altri stadi hanno a disposizione i caddy, ma a Firenze non serve. Non siamo all’Olimpico dove c’è la pista d’atletica e le distanze sono grandi, qui l’ambulanza è a un passo dal terreno di gioco. Anzi, la velocità dell’assistenza è stata decisiva: già sin da dentro il campo il medico ha attaccato sul petto di Bove i due elettrodi del defibrillatore. Calciatore già in arresto cardiaco al Franchi? No, era ancora lucido e parlava quando è stato caricato sull’ambulanza. Ma si tratta di un defibrillatore automatico Dae che interviene subito in caso di aritmia. Così quando sull’ambulanza ce n’è stato bisogno si è attivato immediatamente. E Bove all’arrivo a Careggi era già di nuovo cosciente".

Il soccorritore rivendica: "Il trasporto Franchi-Careggi è durato sei minuti, merito di procedure dedicate agli eventi allo stadio che prevedono la scorta a sirene spiegate della polizia municipale. Reazione dei calciatori? Erano sconvolti, va capito il momento. In Maratona il pubblico protestava perché l’ambulanza non entrava in campo, lanciando insulti senza alcuna competenza in materia. Poi, visto che avevo la pettorina gialla, una volta che Bove era stato portato via, in tanti hanno cominciato a chiedermi che cosa fosse successo. Ma io da lassù non potevo saperlo, così a decine se la sono presa con me, “se hai quella divisa devi per forza sapere, altrimenti sei inutile”, mi dicevano".