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CORR.FIO, Perché sì e perché no del nuovo Franchi

di Redazione FV

Sulle pagine del Corriere Fiorentino c'è spazio per il commento di quello che sarà il nuovo Franchi progettato dallo studio Arup, con un'opinione positiva e una negativa. Ernesto Poesio approva la scelta: "Per continuare ad essere vivo al Franchi non sarebbe dunque bastata una tinteggiata o una copertura. Doveva mutare radicalmente pur conservandone l’identità. Con l’idea di salvaguardare un proprio bene e la propria storia, si è dunque arrivati alla gara pubblica. E più che attraverso il gusto estetico (legittimo, ma per definizione soggettivo) è con questi parametri che da ora in poi va guardato il progetto vincente. Con cui il Franchi potrà continuare a essere uno stadio portandosi dietro la propria unicità. Merce rara nel nuovo calcio".

Eugenio Tassini invece lo definisce "un pasticciaccio" e spiega: "L’unico modo per fare un progetto di uno stadio in qualche modo moderno era quello di «inscatolarlo», nasconderlo, subirlo. Insomma, costruirci intorno un altro stadio. E così hanno fatto tutti i progettisti che hanno provato a risolvere il rebus impossibile. Purtroppo «incartare» un monumento riusciva molto bene a Christo, che non aveva vincoli sulla funzione ma solo sullo straniamento, la sorpresa, l’impossibile. Sulla modifica temporanea del paesaggio. Nascondere un fiume, il Reichstag, Pont Neuf e così via. Molto meno a chi la funzione (cioè un posto dove giocare partite di calcio) la doveva considerare comunque una priorità".