COVID-19, Sospetti su contagio tra Atalanta e Codogno
Fonte: Libero
Per tentare di capire come la città di Bergamo possa essere diventata uno dei focolai del coronavirus, Libero, stamani in edicola, è tornato sui racconti e le testimonianze dei tifosi nerazzurri i quali la notte del 19 febbraio si sono presentati in 45mila allo stadio San Siro per Atalanta-Valencia. Tifosi che, muovendosi in una ristretta fascia di territorio - Bergamo e la sua provincia, specie quella più prossima alla città - per rientrare nelle rispettive case, già dal giorno seguente hanno riscontrato i primi brividi, i dolori, la febbre e quel respiro che si troncava.
Tant'è che, oggi, il 35% dello staff del Valencia è infetto. L'esplosione del caso Bergamo, poi, è collocata nei giorni tra il 29 febbraio e il 3 marzo, in perfetta linea con i tempi di incubazione collegati alla partita. Ma il punto è che virus - si legge - era già a San Siro, divenuto il vero detonatore. Il calendario va infatti riportato indietro di altri dieci giorni: 9 febbraio, AlbinoGandino-Codogno, campionato di Eccellenza. Primi casi nel Bergamasco in bassa Val Seriana. Codogno che la settimana seguente ha poi incontrato un'altra squadra della provincia, il Mapello.