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CORR. SPORT, L'opinione: "Atteggiamento incoraggiante"

di Redazione FV

All'interno dell'edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio, troviamo come di consueto l'opinione di Alberto Polverosi. Ecco di seguito un estratto del suo commento: "Possono bastare anche 4 minuti per stravolgere una partita di calcio. Stavolta sono stati sufficienti alla Fiorentina per ribaltare la Roma. Che nei primi 45 aveva dato l’impressione di avere la testa giusta per Budapest. La Fiorentina, invece, sembrava più vicina, e per questo disturbata, alla sua prima finale stagionale di Coppa Italia persa contro l’Inter. Perché alla fine, il senso di Fiorentina-Roma era questo, capire come stavano le nostre due finaliste europee. Il problema è che la risposta, in prospettiva Coppe, va considerata attendibile fino a un certo punto. Troppe riserve, troppi giovani di qua e di là, agli osservatori meno giovani sarà tornato in mente il campionato De Martino (anni ‘50, ‘60 e ‘70, poi finì lì), quando in campo andavano titolari che avevano bisogno di recuperare la condizione (Smalling), riserve (in abbondanza: Italiano ne aveva cambiati 8 rispetto alla finale con l’Inter) e ragazzini (tanti, sul fronte romanista) [...]. La Roma si è fatta schiacciare dalla reazione della Fiorentina e del suo stadio (33.000 spettatori anche ieri, dopo lo spettacolo di mercoledì all’Olimpico), se succedesse anche in finale, sarebbe un bel guaio. Questo è da evitare. Versante opposto. Qui le indicazioni sono meno attendibili per due motivi. Il primo è che nelle gambe e nella testa dei viola c’era ancora la finale di Coppa Italia persa, senza meritare di perdere, contro l’Inter. Il secondo è che il West Ham arriverà fra 10 giorni. C’è tempo. Nei primi 45’ la squadra era slegata, debole, poco centrata sulla partita. Poi si è sciolta, i cambi di Italiano hanno spinto la Fiorentina in avanti e la vittoria consente ai viola di puntare ancora all’ottavo posto. In vista della finale di Conference League, il dato più incoraggiante è quella straordinaria volontà di riprendere il risultato, la rabbia della squadra, la voglia di salutare con una vittoria la sua gente [...]".