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LA NAZIONE, Le radici profonde della rinascita viola

di Redazione FV

Cinque vittorie e un pareggio nelle ultime sei gare per la Fiorentina, un trend che fino a un mese fa era difficilmente immaginabile. La squadra ha saputo ripartire piantando alcune radici profonde, afferma La Nazione, andandole così ad esaminare: consci della difficoltà di trovare giocatori forti a gennaio, sia la società che lo stesso Italiano hanno voluto responsabilizzare i singoli, senza cambiare interpreti (eccezion fatta per lo scambio Gollini-Sirigu e per Brekalo preso a condizioni favorevoli).  

Così, piano piano lo spogliatoio ha cominciato a chiudersi e a rinforzarsi, già a Torino con la Juve, infatti, si era vista una solidità maggiore.  

È stata poi creata una staffetta “sana e senza gerarchie” tra Jovic e Cabral, che ha permesso ai due di sbloccarsi e di creare anche un buon legame reciproco, come si nota delle reazioni dell’uno per l’altro al momento dei gol.  

Ha poi recuperato solidità la fase difensiva, subendo solo 4 gol in 7 partite. Infine, oltre alle punte, diversi singoli hanno fatto un salto di qualità evidente: Dodò, Mandragora, Barak, Quarta e Igor sono i simboli della rinascita