REP. (FI), Il commento: "Solo il campo può dire chi siamo"
All'interno dell'edizione odierna de La Repubblica (Firenze) troviamo il commento del giornalista Stefano Cappellini: "Passata la grande paura, è l’ora della grande speranza. Messa in frigo la Conference, in attesa che si freddi a dovere per essere gustata fino in fondo come lo scorso anno, ecco magari alla fin fine un po’ di più, si va a Milano, sponda Inter, per capire dove stiamo in campionato: outsider? Grande sorpresa? Né carne né pesce? Solo il campo può dirlo, e anche se non sarà una sentenza definitiva, siamo pur sempre alla terza di campionato, è una bella seduta dal cartomante: qualche suggestione su quello che ci aspetta arriva, eccome. La doppia sfida con il Rapid ci ha raccontato che i difetti dello scorso anno non sono ancora alle spalle: peniamo troppo prima di fare gol e siamo generosi nel concederlo altrui alla prima occasione. Italiano lo ha riconosciuto con grande onestà intellettuale. Non è tanto un problema di difensori quanto di attitudine al rischio e improvvisa perdita di giri nel motore, anche se va detto che il rischio di aver perso qualcosa in difesa, dove l’unica differenza è il passaggio da Igor a Mina, esiste. Ma è in attacco che servono segnali. Nico a parte, dai nuovi non è ancora arrivato uno squillo: presto per essere preoccupati, ma un po’ di ansia c’è. E allora, ricordando che c’era un argentino centravanti che castigava l’Inter ogni volta che l’incontrava, chissà se Beltran può trovare ispirazione: per storia e cartellino, è lui quello che più di tutti può trasformare la speranza in euforia".