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IL COMMENTO, Arthur, più tedesco che brasiliano

di Redazione FV

Nella consueta rubrica del mercoledì su la Nazione, Manca l'amalgama, Stefano Cecchi si sofferma sul ritratto di Arthur Melo, centrocampista arrivato dalla Juventus in prestito quest'estate e già divenuto perno del gioco di Vincenzo Italiano: "Uno che razionalizza dove gli altri fantasizzano, che cuce dove gli altri dilagano, che riflette dove tutto sembra istinto (...): la muscolatura forte delle gambe, il baricentro basso, il controllo di palla orientato e poi quella serie rapida e infinita di finte a protezione del pallone che in Spagna chiamano «pelopina»".

Nell'analizzarne le caratteristiche tecniche e tattiche, Cecchi ne sottolinea la propensione ad un calcio più europeo che sudamericano: "Ha inglobato la differenza fra il football italiano e quello di altre latitudini e adesso è lì a dettare i tempi della manovra viola. Un po’ direttore di orchestra, un po’ diga frangiflutti, comunque un insostituibile. Arthur, il brasiliano che sembra tedesco".