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ITALIANO, Con Pradè mai chiarito. Ferito da quelle parole

di Redazione FV

Lunga intervista concessa da Vincenzo Italiano al Corriere dello Sport-Stadio, in cui il tecnico del Bologna analizza la sua stagione ma torna anche sul suo passato con la Fiorentina. A cominciare dalla tanto discussa esultanza a fine gara al Dall'Ara di qualche settimana fa, quando i rossoblu piegarono i viola per 1-0 e lo stesso Italiano fu pizzicato dalla critica e dai suoi ex tifosi per l'esultanza fuori dalle righe al triplice fischio: "Io ho cercato di andar via velocemente per non creare problemi. E non avevo mancato di rispetto a nessuno, tantomeno a una squadra, a ragazzi, a una tifoseria, a una città che mi hanno dato tanto. Quelle parole mi hanno sorpreso e fatto male. Dopo la gara ho fatto le condoglianze a Palladino - in conferenza, anche a Radio Rai - perché aveva appena perso la mamma e ho espresso il mio dispiacere per quello che era accaduto a Bove. Cos’altro avrei dovuto dire o fare? A chi avrei dovuto telefonare? Il rispetto... Ci tengo a sottolineare una cosa: in otto anni da allenatore professionista non sono mai stato espulso. Ho sempre rispettato colleghi, avversari, tifosi, arbitri. Sul controllo delle emozioni durante la gara si può e si deve sempre migliorare. Non sono certamente l’unico che vive i novanta minuti in modo assoluto. Non ho mai dimenticato una frase di Maradona: “Quando sei in campo la vita sparisce, i problemi spariscono. Sparisce tutto”... Pensa che per merito mio venticinque anni fa fu cambiata addirittura una regola sulle esultanze".

Con Pradè avuto modo di sentirvi?
"No".

Questo invece il ricordo sugli anni alla Fiorentina, precisando il momento di maggior rammarico: "Delle tre finali, quella che fa più male è l’ultima, con l’Olympiacos. Avversario greco con la finale in Grecia, ha avuto la tavola apparecchiata all’80%... Io più di una volta ho messo il difensore in più, il centrocampista in più, quando arrivava l’alert".