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ITALIANO, L’integralista che ha saputo mutarsi

di Redazione FV

Il dolore per come è finita, ci mancherebbe. E poi la sensazione fastidiosa di non avere avuto niente dalla propria parte, né la sorte tantomeno le decisioni arbitrali. Eppure, a suo modo, la sconfitta di Milano porta qualcosa di buono in dote per poter affrontare la pausa senza eccessivi affanni. Porta l’idea che la Fiorentina un impianto solido e affascinante di gioco lo abbia ritrovato. E, di conseguenza, di come il calcio made in Italiano debba avere ancora cittadinanza a Firenze. Vincenzo Italiano, allenatore un po’ e un po’. Un po’ realista titubante, visto che per lungo tempo non ha mai abdicato al 4-3-3, quasi fosse la sua coperta di Linus. E un po’ sognatore incosciente, visto che le sue squadre sembrano in ogni gara non guardare mai verso il basso del pareggio ma puntare in ogni momento l’infinito della vittoria. Di certo, non uno sprovveduto: quando vedi giocare la Fiorentina hai come l’impressione che tutto sia stato programmato. Per questa filosofia qualcuno nel passato lo ha paragonato a Jurgen Klopp e ciò sicuramente è un eccesso. Ma di certo un eccesso è stato anche mettere l’allenatore viola sul banco degli imputati come responsabile di una stagione che, fino a poche gare fa, sembrava destinata a una mediocrità colpevole. Sì, Italiano, uno dei tanti allenatori italiani vittima della frenesia emotiva del tempo che brucia tutto in un attimo, facendo dimenticare meriti e affermazioni anche del recente passato. A riportarlo è La Nazione.