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JOVIC, San Siro è un dolce ricordo per il serbo

di Redazione FV

Il minuto chiave della partita è rimasto lo stesso, ovvero il numero 77. Una cifra che, tanto a La Spezia quanto mercoledì con la Salernitana, è stata decisiva per iniziare a tessere le fila di due delle ultime cinque vittorie in sequenza della Fiorentina. Era stato proprio a 13’ dal termine che Cabral aveva rilevato Jovic non sapendo che, di lì a poco, avrebbe siglato il gol del successo, il primo in trasferta di questo campionato per i viola. Vincenzo Italiano, per sbrogliare la matassa granata, deve aver provato (forse con un pizzico di scaramanzia) a mettere in pratica lo stesso esperimento anche due giorni fa, invertendo le punte: fuori l’ex Basilea, autore di una prova di sacrificio ma a tratti anonima, e dentro il serbo a sua volta svagato pochi giorni prima a Genova a causa anche di un problema muscolare che si trascinava dalla sfida di Riga. Il risultato è stato convincente.

E così, in una notte, Jovic si è ripreso tutto quello che gli era mancato negli ultimi giorni: gol (ma a quello già aveva abituato bene Firenze, portando a termine un ottobre quasi da record con cinque reti all'attivo), fiducia da parte del tecnico e, soprattutto, feeling con il tifo. Ora il nuovo obiettivo del serbo, che sarà tra i convocati del ct Stojkovic per il Mondiale (terza scelta dopo Vlahovic e Mitrovic), è quello di lasciare ancora il segno a San Siro, a tre anni e mezzo di distanza: l’ultima volta che Luka giocò al Meazza decise infatti con un gol al 6' la sfida di Europa League fra Inter ed Eintracht. La voglia di stupire nello stesso stadio, mille e trecento giorni dopo e con un avversario diverso, è rimasta immutata.