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Pioli era l'all-in di Commisso, La Repubblica-Firenze: "L'esonero è la sconfitta di tutti"

di Redazione FV

La Repubblica-Firenze fa il punto sull'esonero di Stefano Pioli. La sconfitta con il Lecce, emblema e manifesto di un inizio tragico di campionato con soli quattro punti in dieci partite e il peggior avvio della storia quasi centenaria della Fiorentina, ha sancito quello che Pioli aveva già capito da giorni: di non essere più l’uomo giusto al posto giusto. E per quanto fino all’ultimo si sia speso per considerarsi la soluzione oltre che il problema, dall’atteggiamento dei giocatori ha compreso che l’esonero sarebbe stato il percorso naturale delle cose.

Certo, la società si aspettava un passo indietro, delle dimissioni che il tecnico ha respinto con forza. «Esoneratemi, io non mi dimetto» ha ripetuto nel convulso lunedì del Viola Park, rifiutando anche una sorta di buonuscita proposta dalla dirigenza. E con l’esonero di Pioli si sancisce la sconfitta di tutte le componenti: quella tecnica, con il tecnico bruciatosi nel suo ritorno in Italia e nella sua Firenze; quella ambientale, con la città e la tifoseria che lo avevano accolto come garanzia di ambizioni; e infine quella dirigenziale. Pioli è stato il grande all-in di Commisso: per ingaggio, con un allenatore da tre milioni mai avuto sotto la sua gestione, e per profilo, non un emergente o un cavallo di ritorno. 


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