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STADI, Italia indietro rispetto all'Europa. Il caso Franchi

di Redazione FV

L'edizione odierna de La Nazione dedica ampio spazio al tema degli stadi in Italia. Strutture vecchie, con pochi servizi e spesso collocate in aree ad alta densità abitativa. Rispetto alle altre nazioni europee il nostro paese è indietro e l'unico scatto in avanti risale ormai a quasi 35 anni fa con il mondiale di Italia 90. Negli ultimi 10 in Europa sono stati costruiti 153 nuovi impianti, in Italia solamente tre. Eppure i progetti ci sono. Secondo l'ultimo censimento sarebbero addirittura 14 gli interventi in fase di decollo, per un totale di 3 miliardi di Euro di investimenti complessivi. Innalzamento del Pil, occupazione e aumento dei fatturati per le società, questo e non solo porterebbero in dote al nostro paese nuovi impianti sportivi. 

In media i ricavi in Serie A per la stagione 2022-2023 sono stati di 20 milioni di Euro per ogni club, peggio di noi solamente la Ligue 1 (14 milioni) tra i top campionati del continente. La burocrazia resta il primo grande ostacolo alla realizzazione di stadi e in generale di grandi opere nel nostro paese. Oltre ad essa però ci sono anche i problemi politici e quelli di copertura dei costi. La speranza di un passo in avanti resta legata ad EURO2032. 

Tra le opere che hanno riscontrato maggiori problemi c'è sicuramente il restyling dello stadio Artemio Franchi di Firenze. L'impianto di Campo di Marte è attualmente un cantiere aperto con l'obiettivo di arrivare a creare uno stadio presentabile per le candidature ad EURO2032. Al momento mancano circa 100 milioni per il completamento di un'opera che prevede il rifacimento dello stadio ideato da Nervi che, dal 1983, è stato classificato come monumento nazionale e posto sotto la tutela delle belle arti. Proprio questo è stato il motivo che ha impedito al patron viola Rocco Commisso un progetto di nuova edificazione da 250 milioni di Euro nel 2019. 

Al 31 luglio erano stati effettuati solo il 3% dei lavori in programma. Fortuna che adesso i rapporti tra Palazzo Vecchio e la Fiorentina sono più distesi. Commisso si è detto disposto a coprire circa 55 milioni dei 100 mancanti a patto di una concessione a lunga scadenza modello Juventus (49 anni). Il Comune dovrà invece adoperarsi per trovare gli altri fondi necessari al completamento dell'opera.


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