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VIOLA, Tra campo e stadio: tutto il futuro in 15 giorni

di Redazione FV

Come riportato dal Corriere dello Sport i prossimi quindici giorni potranno cambiare i destini della Fiorentina, perché dentro ci sono le risposte ai quesiti più pressanti e più strettamente legati alle due anime del club viola: in campo e fuori dal campo. Ha il sopravvento il campo e allora la Fiorentina nelle due settimane che arrivano saprà se avrà conquistato il diritto a disputare le semifinali di Conference League tornando là, cioè al penultimo atto di una competizione Uefa e saprà se andrà all’Olimpico di Roma a giocarsi la Coppa Italia 2023 nella finalissima contro la vincente di Inter-Juventus. Ma il 27, giorno di Fiorentina-Cremonese, sarà anche il confine simbolico e neppure tanto del mese chiesto dalla Commissione Europea per approfondire gli accertamenti sui 55 milioni del Pnrr nella parte relativa ai Piani Urbani Integrati, destinati a implementare gli altri 150 per la costruzione del nuovo “Franchi”: forse il pronunciamento da Bruxelles sarà prima, in base anche a quanto Governo italiano e Comuni interessati di concerto avranno saputo fornire per legittimare quei fondi, o forse sarà proprio in prossimità del termine annunciato. E, comunque sia, quello è il limite più o meno categorico per capire se il finanziamento sarà erogato in tutta la sua completezza, se invece quella quarta e fondamentale parte non risponderà ai requisiti (Palazzo Vecchio ne ha già sottolineato la liceità) e, di conseguenza, se interverrà l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni a garantirle o, se all’amministrazione a guida Nardella toccherà trovare strade alternative, magari attraverso l’ingresso di privati nell’opera. Insomma, si saprà se il nuovo stadio si farà oppure no. E se si farà, a quel punto, tornerà grandemente di moda la questione relativa alle due stagioni (2024-’25 e 2025-’26) in cui la Fiorentina sarà costretta ad abbandonare l’impianto che la ospita da quasi cento anni, con annessi e connessi per sé e per i propri tifosi. Mentre viceversa, se il nuovo “Franchi” si dovesse fermare prima ancora di partire, allora si entrerebbe in un territorio inesplorato e tutto da scoprire.