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PEDRO PETRONE, Il giocatore misterioso

di Leonardo Menicucci

Pedro Petrone detto l’Artillero è una figura mitica del calcio degli esordi. Anche la sua data di nascita, come accade per le dive del cinema muto, è avvolta nel mistero. Secondo la maggior parte delle fonti è il 1904 (altre indicano il 1905) ma c'è chi parla del 1900). Certe sono invece le origini lucane del giocatore.

(noi abbiamo indicato come data di nascita il 9 Giugno 1905)

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Petrone si formò calcisticamente nel modesto Solferino di Montevideo. Passato al Charley Club, si dimostrò un giocatore dotato di un tiro potente e di una notevole velocità (era capace di correre i 100 metri in 11 secondi), doti che lo portarono al blasonato Nacional. Fu con il Nacional che il Perucho degli esordi divenne l’artillero. Le sue prestazioni in campionato si ripeterono anche in nazionale. Petrone fu uno degli artefici dei successi uruguaiani alle olimpiadi del 1924 a Parigi e a quelle di Amsterdam quattro anni più tardi. Nei mondiali del 1930 Petrone era la la stella più attesa ma nonostante si giocasse in Uruguay la sua prestazione fu modesta. In nazionale complessivamente contò 80 presenze e 36 reti.

Era quindi un campione in cerca di riscatto quello che sbarcò a Genova, destinazione Fiorentina, il 6 agosto 1931.
Petrone, primo calciatore straniero vero e proprio della storia viola, era costato trentamila lire e percepiva uno stipendio di duemila lire mensili (il doppio di un funzionario di stato di alto livello, ma la metà circa di quello di Orsi alla Juventus).

Amante del tango e della vita comoda, meno, secondo le cronache, della cucina italiana, Petrone era ormai un giocatore ben diverso da quello degli inizi. La sua velocità era un ricordo, intatte erano invece il senso della posizione (tatticamente modernissimo si trasformò in un giocatore a tutto campo) e la potenza del tiro.

Dopo una prima stagione esaltante (25 reti in 27 gare, capocannoniere del torneo assieme al bolognese Schiavio), Petrone, divenuto nel frattempo Pietro in ossequio alle norme fasciste sui nomi, disputò il suo secondo campionato in tono minore. La retrocessione ad ala destra decretata dall'allenatore Felsner durante la seconda stagione in viola, lo portò a forti contrasti col tecnico. La decisione della società di schierarsi con l'allenatore e di multarlo con un'ammenda di duemila lire spinse Petrone ad abbandonare la squadra il 24 marzo del 1933 con una rocambolesca fuga nella notte, e fare ritorno in Uruguay dove disputò un eccellente campionato nel suo Nacional segnando 30 reti. Tornato a Firenze venne organizzata per lui una festa al Teatro Verdi, ma la sua avventura in viola si era ormai conclusa.

* Petrone iniziò la sua carriera a soli 16 anni di età, nel modesto Solferino, di Montevideo nel ruolo di portiere. Fu l'infortunio di un suo compagno di squadra centravanti a rivelare le sue doti di attaccante.
* Petrone arrivò in Italia senza scarpe da calcio; girò diversi negozi a Firenze per trovare delle calzature che gli andassero bene. Addirittura la direzione della squadra telegrafò a Montevideo per richiedere le scarpe personali del giocatore. Durante una visita a Bologna presso l'amico Sansone trovò un paio di scarpe che gli calzavano a pennello (probabilmente presso via Rizzoli).
* Durante un allenamento sul campo della Giglio Rosso, sul Viale dei Colli, tirò un calcio così forte al pallone che, dopo aver oltrepassato la rete di protezione, questo spaccò la vetrata di una villa nei pressi.
* Nel 1932 in una gara amichevole disputata dalla Fiorentina, rinforzata dai prestiti di Héctor Scarone e Angel Romano, Petrone segnò 11 reti.
* Nonostante la tumultuosa fuga dalla città Petrone rimase sempre legato a Firenze tanto da chiamare "Fiorentina" una scuderia di cavalli da corsa da lui creata a Montevideo.

Petrone ha giocato con la Fiorentina dal 1931 al 1933.
44 presenze e 37 gol


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