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UN RIMPIANTO DI NOME OSVALDO...

di Stefano Borgi

Sarà per quella rovesciata col Torino, sarà per quella "smitragliata" con la Juventus. E poi il gol di venerdi' con la Danimarca... Sarà perchè quando se ne è andato aveva solo 23 anni (quanto Baggio, per fare un esempio), sarà perchè da sempre è un tifoso della Fiorentina. Ma Pablo Daniel Osvaldo non può lasciarci indifferenti. Certo, è più facile oggi dopo che ha risparmiato l'ennesima "figuraccia" all'italietta di Prandelli. Ancor di più dopo aver visto l'attacco della Fiorentina nelle ultime tre partite: Parma in casa, Dnipro in coppa, a Roma contro la Lazio.

CERCASI ATTACCANTE... Andiamo con ordine: contro i ducali Montella schiera Giuseppe Rossi per mezz'ora, poi Rebic. A sostegno Joaquin e Wolski. In Ucraina Matos e Mati Fernandez... di punte vere nemmeno l'ombra. Contro la Lazio l'apoteosi: ancora Pepito (a dir poco convalescente) con Borja Valero a sostegno. Poi Vargas, quindi Matos. Risultato? Nemmeno un tiro in porta. Questo cosa vuol dire? Che la Fiorentina ha sbagliato campagna acquisti? Che l'attacco viola è da rifondare? No di certo, anche perchè ricordiamo esserci un certo Mario Gomez ancora infortunato. E lo stesso Giuseppe Rossi frenato da una contrattura, ormai recuperato, probabile titolare martedì prossimo a Napoli contro l'Armenia. Però, c'è un però... E' innegabile come la Fiorentina sia cambiata rispetto alla scorsa stagione. Sia meno brillante, meno spettacolare. Si sperava diventasse più concreta, più cinica, ma (ahimè) i pareggi contro Cagliari e Parma hanno dimostrato che la strada da percorrere è ancora lunga. E' altrettanto vero come in estate Pradè e Macià avessero pensato seriamente ad Osvaldo, che lo abbiano trattato con forza. E questo qualcosa vorrà pur dire. L'italo-argentino rappresentava la sintesi ideale tra il centravanti goleador e l'attaccante di manovra, tra la punta di peso, forte di testa, e quella capace di partecipare al gioco, di fungere da raccordo tra centrocampo e attacco. Una versione più concreta, più cinica (ergo più funzionale) dei vari Jovetic e Ljajic. In una parola, il giocatore ideale per Montella.

ALL'IMPROVVISO SUPER-MARIO... Perchè Osvaldo non è arrivato? Questione di cartellino, forse d'immagine (ricordiamo che Osvaldo non è proprio un esempio di professionalità). E poi Osvaldo è un cavallo di ritorno, con tutte le incognite del caso. Infine Mario Gomez, un campione di livello internazionale alla caccia di un posto fisso per essere titolare in Brasile. Un'occasione da non perdere. Chiudiamola qui. L'Osvaldo di stasera ci lascia parecchi rimpianti, sia per come si è costruito il primo gol, sia per come ha propiziato il pareggio di Aquilani. Allo stesso tempo attendiamo il rientro di Super Mario, i suoi gol, le sue prodezze, dall'alto di un ingaggio importante, di un cartellino importante, di un palmares... ancora più importante. Nessuno, però, ci leva dalla testa i gol di Osvaldo: col Torino, con la Juve, e neppure quello di Copenaghen...