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AMAURI E I SUOI FRATELLI

di Stefano Borgi
Stefano Borgi

Gli è mancato solo il gol. Tanto che ha provato a "rubarlo" a Natali, per poi restituirglielo con un abbraccio a cielo aperto. Gli è mancato solo un verso (come succede a tutti i grandi poeti) e per "questa" Fiorentina potrebbe diventare il cantore di una storia a lieto fine, il Cicerone che conduce i tifosi viola verso un decoroso finale di campionato. Gli è mancato un pizzico di cattiveria, forse un pò di lucidità, quel tanto di fortuna, o forse (più di tutto) ha potuto la sfortuna di trovarsi di fronte un portiere in stato di grazia. Di certo non gli è mancata (come cantava la Vanoni) "la voglia, la pazzia, l'incoscienza e l'allegria" per tuffarsi in quest'avventura colorata di viola. Amauri Carvalho de Oliveira (perchè di lui stiamo parlando) è il simbolo dell'inversione di tendenza, dell'ennesima ripartenza che attende la Fiorentina, il primo tassello di un mosaico che dovrà traghettare la squadra viola verso quella che in molti chiamano "la rivoluzione di giugno". Se poi il Rommel di tale stravolgimento sarà ancora Pantaleo Corvino non è dato sapere (e sicuramente non gli auguriamo di finire come Rommel...), se al centro dell'attacco ci sara ancora Amauri è altrettanto incerto, di certo ci sarà Delio Rossi e questo per il popolo gigliato è già una garanzia.

Il primo tassello. dicevamo, e allora ci vogliamo esporre: consci del rischio e (visti i precedenti) della brutta figura a cui andiamo incontro, giudichiamo quello della Fiorentina un mercato di gennaio "funzionale", e con questo termine omnicomprensivo lo promuoviamo in toto. Perchè diciamo...visti i precedenti? Beh, alzi la mano chi non ha espresso parere favorevole al mercato estivo della Fiorentina: Lazzari (ahimè anche ieri uno dei peggiori), Kharjà, Munari, Silva, Romulo, Cassani... E invece Amauri, El Hamdaoui, Pizarro, Olivera, le cessioni di Gilardino e Silva (in attesa di Cerci e Munari), sono tutte operazioni "funzionali" al progetto tattico, gestionale di Delio Rossi. Il brasiliano si è presentato da solo, e per lui parla il pregresso. Il marocchino è forse l'incognita più grossa ma viene per far la riserva, l'argentino è un acquisto di prospettiva, già nazionale, propedeutico alla dipartita di Montolivo. L'uruguagio, infine, è il trequartista che serviva per il 4-3-1-2 di Delio (attenzione, il 3-5-2 è una pezza a colori per rilanciare Vargas, ma il modulo ideale di Rossi prevede la difesa a quattro ed il rifinitore dietro alle due punte) e del resto il numero 10 del Lecce lo abbiamo visto 15 giorni fa al Franchi: buona tecnica, grande aggressività, tiro dalla distanza, insomma...l'elemento tra le linee che assicura qualità e quantità. E, c'è da scommetterci, a Firenze prenderà la maglia numero 10 lasciata vacante da Silva. La speranza è che la onori degnamente. Gilardino voleva andarsene e, sinceramente, l'esultanza smodata dopo il gol al Napoli ci ha parecchio infastidito. Silva è stato un tentativo mal riuscito, Cerci è una sorta di mela marcia all'interno dello spogliatoio, Munari beh...chi l'ha visto?

Chiudiamo con due considerazioni: non inganni il nostro entusiasmo, il nostro essere positivi a tutti i costi. Stiamo parlando di un mercato...livellato verso il basso. Sono lontani i tempi di Prandelli, di Frey, Toni e Mutu, di Gilardino e Vargas in prospettiva Champions League. E' un mercato funzionale per questo livello di Fiorentina, che deve salvare una stagione e porre le basi per il futuro. La seconda riguarda Natali: temiamo che con Cesarone si ripeterà l'errore fatto con Dainelli e Jorgensen. Non parliamo solo del gol contro il Siena, bellissimo, importantissimo, parliamo del peso specifico che lo spilungone bergamasco ha all'interno dello spogliatoio. Natali è uno dei leader del gruppo, un capitano senza fascia, è molto vicino a Behrami...un altro che conta, dentro e fuori dal campo. Privarsene, non rinnovargli il contratto, lasciarlo andare senza provare a trattenerlo sarebbe un errore imperdonabile. L'ennesimo.


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