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BORJA VALERO, IL TODOCAMPISTA

di Stefano Borgi

La definizione non è nuova. Fu proprio Firenzeviola a coniarla, un paio d'anni fa, per Riccardo Montolivo. E dobbiamo dirlo... al tempo ci stava. Oggi la riproponiamo per Borja Valero (Iglesias all'anagrafe), una delle sorprese più belle della nuova Fiorentina. Borja Valero, in più di Montolivo, ha la rapidità nel breve, la capacità di leggere l'azione, l'istinto di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Un "todocampista"... appunto. In meno del transfuga milanista ha quella che in gergo si chiama "la gamba", la minore ampiezza della falcata. E forse anche un pò di fisicità. Anche per questo lo spagnolo non è una mezzala, anche per questo è invece un centrale, anche per questo contro il Bologna ha disputato la miglior partita in maglia viola. Tesi, antitesi e sintesi: Borja Valero rende al massimo quando non c'è Pizarro. Ma questa è un'altra storia. Stiamo al todocampista visto ieri. Qualcuno può dire: contro il Bologna centrale giocava Olivera, con Borja Valero relegato ancora sul mezzo sinistro (a destra giostrava Mati Fernandez). Vero, verissimo... anzi no. Perchè un conto è avere accanto un catalizzatore di palloni come Pizarro, un altro è avere un mediano prestato alla regia come l'uruguagio. Se avete notato, appena Olivera conquistava palla (e ne ha conquistate tante) si appoggiava subito su Borja, lasciando a lui il compito d'impostare. L'alternativa era l'apertura a destra su Mati Fernandez che tagliava al centro, raddoppiato sulla fascia da un ritrovato Cassani. Il risultato è stato un Borja Valero che ha toccato un gran numero di palloni, che si è preso dei rischi cercando il dribbling (spesso lo ha trovato) creando la superiorità numerica a centrocampo. Non di meno si è proposto al tiro (in questo fondamentale può e deve migliorare) ed ha fatto l'elastico tra difesa e attacco. Insomma, Borja Valero contro il Bologna ha fatto di tutto, e (quasi) tutto bene.

VOGLIA DI GOL - Come a tutti i poeti, anche allo spagnolo è mancato un verso. O meglio... è mancato il gol. Lo ha cercato, lo sta cercando dall'inizio del campionato, ma ancora non arriva. L'occasione, macroscopica, colossale, ce l'ha avuta a metà ripresa su errore della difesa felsinea. Erano in tre davanti ad Agliardi, e per una volta Borja è stato egoista, ha cercato il dribbling sul portiere e stavolta non lo ha trovato. Peccato, sarebbe stata la degna sublimazione di una prestazione eccellente, foderata di cachemire. Eppure il gol sarebbe nelle sue corde: 5 gol stagionali al Villareal nel 2010-2011, sei nella stagione seguente. Non sono numeri strabilianti, certamente superiori alla media dei centrocampisti viola negli ultimi 8 anni. Da quando, cioè, la Fiorentina si è riaffacciata alla serie A. Tra due settimane rientra Aquilani, e l'affollamento nella zona centrale diventerà traffico intenso. Presumibilmente Montella schiererà Alberto come interno di destra, Pizarro centrale, Borja interno di sinistra. Raramente ricordiamo un centrocampo viola di tale e tanta qualità, con un volo pindarico ci viene in mente quello del'83-84, con il metronomo cileno nel ruolo di Eraldo Pecci, Aquilani in quello di Antognoni, e Borja Valero simil Oriali. Per capacità d'inserimento, per resistenza, per acume tattico. Più incontrista "lele", più regista Borja.

VALORE (O VALERO...) AGGIUNTO - Comunque Borja Valero ha dalla sua la duttilità, la versatilità, la serietà del professionista che si adatta alle esigenze della squadra. E ne esce sempre vincitore, da qualunque parte si guardi la sua prestazione. Per questo lo abbiamo definito "todocampista", per questo è un valore aggiunto per Montella. Merito a Pradè e Macià aver capito le difficoltà di un Villareal retrocesso nella Liga, e l'opportunità di inserirsi nella trattativa. Anche così si costruiscono le grandi squadre.


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