.

BUONISTI E CATASTROFISTI

di Stefano Borgi

E così dopo Guelfi e Ghibellini, Interventisti e Neutralisti, Innocentisti e Colpevolisti, ecco a voi altre due categorie del genere umano: Buonisti e Catastrofisti. Più le relative sotto-categorie, Idealisti e Pessimisti. I primi che sfociano nel "tutto va bene madama la marchesa", i secondi che nei momenti più bui derapano nel pessimismo cosmico. Chiariamo subito: stiamo parlando di calcio, di tifo, di Fiorentina. Di una squadra che era partita con certe premesse e non le sta mantenendo. Quantomeno per i catastrofisti. Tutto il contrario di quello che pensano i buonisti. Precisiamo altresì che le ultime definizioni niente hanno a che vedere con le prime, attinenti alla storia, alla guerra, al costume in generale. Ma tant'è...

IL DUBBIO - Dopo la sconfitta di Roma, insomma, si è aperto il dilemma: la Fiorentina sta soddisfacendo oppure deludendo? Com'è da considerare la stagione dei viola, positiva o negativa? E ancora: è giusto criticare, porre dei dubbi, oppure la ragion di stato (e di squadra) deve prevalere su tutto? Da qui le due fazioni. I buonisti che rivendicano il diritto a sperare, ad esprimere parere positivo. I catastrofisti che si mostrano delusi, prostrati, rassegnati ad un campionato non da protagonisti. Difficile giudicare. Anche perchè la Fiorentina di Montella è (come si suol dire) a metà del guado: quinta in classifica a cinque punti dalla qualificazione Champions, attesa da un calendario favorevole, col rientro di Gomez imminente. Forse già col Bologna. Di contro ci sono i due punti in meno della scorsa stagione, i 20 gol subìti (in sole 15 partite, più del Chievo), il rendimento generale di squadra che non può essere paragonato a quello di 12 mesi fa. Lo dicevamo ieri, è il discorso del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. A voi la scelta.

LA VIA DI MEZZO - Quello che non capiamo, che respingiamo è la netta divisione tra il buono ed il cattivo, tra il bene ed il male. Sopratutto non accettiamo questa spasmodica ricerca del messaggio positivo, quasi fosse una panacea per le frustrazioni quotidiane. La Fiorentina va bene a prescindere, e guai a chi ne parla male. Chi parla bene della Fiorentina è buono, è tifoso, vuole bene alla Fiorentina. Chi parla male è cattivo, è contro (magari a strisce), non vuole bene alla Fiorentina. Ci dispiace non capiamo, e tantomeno ci adeguiamo. In tutto questo, poi, si dimentica la classica via di mezzo, che non vuol dire mettere la testa sotto la sabbia, bensì guardare la realtà, rimanere imparziale e lungimirante. Esiste la critica, il diritto di critica, ancor meglio se costruttiva. Se io dico che la Fiorentina dello scorso anno era migliore di quella di oggi, dico la verità. Se dico che Pizarro, Aquilani e Cuadrado (ne cito solo alcuni) sono giocatori diversi (ahimè peggiori) dello scorso anno, dico la verità. Se dico che la Fiorentina gioca con minore intensità, minore entusiasmo, minore "fame" dello scorso anno, dico la verità. Non per questo sono contro la Fiorentina. Allo stesso tempo se dico che i viola sono ancora in corsa per la Champions, senza il loro uomo migliore (Gomez), che hanno tutte le possibilità per risalire la china ed ottenere un grande risultato, dico altrettanto la verità. Non per questo sono "per" la Fiorentina. Racconto come stanno le cose, faccio cronaca, rispetto la mia deontologia professionale. Questo per dire che non ci sono divisioni, non ci sono Guelfi e Ghibellini, Innocentisti e Colpevolisti. Ci sono delle opinioni, dei numeri, dei fatti più o meno incontrovertibili. Tutto nell'interesse della Fiorentina (il tifoso), dell'onestà del proprio lavoro (il giornalista). Non esiste il buono ed il cattivo, esiste la libertà di pensiero e di espressione. Difendiamola, sempre.